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Cronaca

Condanne per un totale di 236 anni per la tentata rapina alla Mondialpol

Condanna per un totale di 236 anni ai ladri che hanno tentato di rapinare il caveau della Mondialpol di Calcinatello a Brescia.

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La condanna emessa ha disposto una pena di cento anni in meno rispetto alle richieste iniziali. Il processo per la tentata rapina al Mondialpol di Calcinatello, in provincia di Brescia, prevista per l’11 marzo 2022, si è chiuso con un totale di 31 condanne e due assoluzioni.

Il colpo poteva fruttare ai ladri ben 83 milioni di euro. L’autorità giudiziaria inizialmente aveva deciso per il rito abbreviato per trentadue imputati, mentre, per altri due era in atto una discussione per il rinvio a giudizio. Questo è stato il risultato dell’udienza preliminare avvenuta a carico dei 34 componenti della banda.

I membri erano soprattutto di Cerignole, e la loro specialità era quella di assaltare i furgoni blindati e i depositi di contanti. Ma questa volta l’obiettivo era il caveau della Mondialpol. Il colpo non è riuscito grazie al tempestivo intervento della DDA, direzione distrettuale antimafia della procura del tribunale di Brescia, è intervenuta.

L’intervento delle forze speciali ha impedito la rapina

Nei piani, il caveau doveva essere assaltato la sera dell’11 marzo, partendo da un capannone di Cazzago San Martino. Questo era il covo della banda, ed è lì che le forze speciali hanno fatto irruzione pochi minuti dopo che il gruppo, in quel momento erano in 14, aveva caricato le armi da guerra.

La maxi retata ha bloccato la rapina a poche ora dalla sua attuazione. Inizialmente il pubblico ministero a capo dell’inchiesta, Paolo Savio, ha sostenuto l’aggravante mafiosa. Questa è stata appoggiata poi dal giudice per le indagini preliminari Matteo Grimaldi che aveva già convalidato 29 fermi.

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Quest’ultimo sosteneva che il gruppo avesse agito al fine di agevolare l’attività di associazioni mafiose ed, in particolare, l’insediamento ed il rafforzamento nel bresciano della ’ndrangheta e del clan mafioso Piarulli-Ferraro e Di Tommaso organizzato in provincia di Foggia.

Gli imputati, però, avevano contestato l’accusa sostenendo di non essere mafiosi. Almeno dieci di loro erano pronti a presentarsi davanti al Tribunale del Riesame per la richiesta della cancellazione. La richiesta fatta da più della metà dei membri è stata poi accolta dal tribunale del Riesame, che ha escluso così l’aggravante mafiosa.

Coinvolte anche le guardie giurate della Mondialpol

Le altre accuse per loro sono rimaste, quali la partecipazione al piano ed il coinvolgimento nell’organizzazione criminale. A fare parte del clan c’erano anche le due guardie giurate, Vito Mustica e Massimiliano Cannatella, dipendenti della stessa Mondialpol.

Questi avevano dato ai vertici attivisti, arrivati dalla Puglia, tutte le informazioni necessarie per il colpo. Per tutti i coinvolti il tribunale aveva comunque confermato le accuse. I detenuti vista la cancellazione dell’aggravante mafiosa non saranno trasferiti in carceri di massima sicurezza.

Published by
Liana Cinelli