I beni dell’imprenditore Russo Artem Uss sono stati congelati. Stiamo parlando dell’imprenditore russo fuggito dai domiciliari nel Milanese, mentre era in attesa di essere estradato in America.
A seguito di una misura presa dopo la firma del decreto da parte del ministro dell’economia Giancarlo Giannetti i beni in Italia appartenenti all’imprenditore sono stati congelati del tutto.
Il quarantenne era fuggito dai domiciliari che stava scontando a Basilio in provincia di Milano, mentre aspettava l’estrazione negli Stati Uniti scatenando una serie di polemiche che hanno condotto a delle accuse tra Carlo Nordio, Ministro della Giustizia e i giudici della Corte d’Appello di Milano.
Carlo Nordio ha accusato i giudici che si sono occupati del suo caso, di essere stati superficiali e negligenti oltre che inescusabili. Avrebbero infatti consentito all’imprenditore russo di scontare la sua pena ai domiciliari, nonostante fossero consapevoli dell’elevato rischio di fuga dell’uomo. Infatti, dopo il controllo di routine eseguito dalle forze dell’ordine presso il suo domicilio. Artem Uss è riuscito a scappare e a oltrepassare i confini dell’Italia senza dare nell’occhio. Non si riesce a capire come, ma è anche riuscito a liberarsi del btaccialetto elettronico, che non è mai stato ritrovato.
I beni sequestrati sono circa il 40,11% del capitale della sua azienda, la Luxury Sardinia srl. Poi ancora un immobile che si trova nel Basilio e alcuni fondi che detiene al Banco di Sardegna per un totale di 160.648,54€.
L’imprenditore dopo essere arrivato in Russia, ha raccontato di essere riuscito a scappare tra diverse difficoltà e dopo aver affrontato alcuni giorni difficili. Poi ha ringraziato tutti coloro che lo hanno aiutato. Ha parlato di persone forti, rare e affidabili che lo hanno sostenuto fino alla fine e che per lui hanno fatto il possibile senza paura delle conseguenze.
Poi ha puntato il dito contro l’Italia, aggredendo in particolare il tribunale italiano e affermando di non avere più fiducia sull’imparzialità del nostro territorio e sull’operato dei Tribunali. Inizialmente, dice di aver contato sull’imparzialità del tribunale, poi ha capito che sarebbe stato più giusto non fidarsi.
Adesso l’imprenditore si piegherà alle autorità statunitensi che dovranno decidere quale sarà il suo futuro. Quindi dovrà trovare il modo per difendersi dalle accuse di contrabbando di petrolio, che spostava dal Venezuela verso la Russia e la Cina. Poi ancora di traffico di tecnologie militari che andavano dagli Stati Uniti verso la Russia e molto altro ancora.
Le forze dell’ordine italiane stanno cercando di capire chi sia coinvolto nella sua fuga per provare a sciogliere la rete di collegamenti che gli ha consentito di commettere così tanti reati gravi. L’aiuto dei servizi segreti russi non è al momento escluso.