Cospito: 300 anarchici si sono radunati fuori al carcere di Opera, a Milano, per esprimere la propria solidarietà all’uomo, detenuto in galera, sottoposto al 41-bis.
Fuori al carcere di Opera, a Milano, un gruppo di anarchici, composto da circa 300 persone, ha protestato per esprimere la propria vicinanza ad Alfredo Cospito, trasferito nel carcere milanese per volere dei medici dell’ASL di Sassari, che hanno espresso tale parere constatando le sue precarie condizioni di salute, legate al lungo sciopero della fame che porta avanti da mesi. Sassaiola contro le forze dell’ordine, presentatesi in tenuta antisommossa.
Sabato 4 febbraio, un gruppo di 300 persone si è presentato fuori al carcere di Opera, a Milano, per esprimere la propria vicinanza ad Alfredo Cospito, trasferito nel carcere milanese da quello di Sassari a causa delle condizioni mediche in cui attualmente versa per lo sciopero della fame al quale si è sottoposto da mesi.
L’uomo sconta la sua pena con il regime del 41-bis. Il carcere duro, però, non è stato sospeso, nonostante l’uomo versi in condizioni critiche e, gli anarchici che si sono radunati all’esterno del penitenziario, hanno sottolineato – mediante striscioni – che immaginano un mondo “senza galere”.
Sul posto, errano presenti i Carabinieri, la Polizia e la polizia penitenziaria in assetto antisommossa al fine di controllare gli accessi del carcere ed evitare che ci fossero problemi a causa della folla radunatasi sul posto.
I manifestanti giunti sul luogo provenivano, principalmente, da Trento, Torino, Bologna e Milano. La protesta, però, non ha avuto toni pacifici. Il presidio, al quale hanno partecipato anche diversi militanti dei Cobas ha preso una piega diversa, quando i protestanti hanno raggiunto il recinto esterno della struttura carceraria, dal quale hanno lanciato sassi e fumogeni contro le forze dell’ordine.
Flavio Rossi, avvocato di Cospito, ha presentato una diffida formale al Ministero della Giustizia e al Garante dei Detenuti al fine di non costringere il suo assistito ad essere sottoposto a nutrizione forzata, qualora le sue condizioni di salute peggiorassero, visto che l’anarchico ha intenzione di portare avanti lo sciopero.
Sulla vicenda è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni, la quale ha sottolineato che tale “scenario richiede prudenza” e che lo Stato sia unito affinché venga difesa la legalità, in quanto potrebbero emergere delle “conseguenze gravi” dalla situazione che si sta delineando. Sulla vicenda è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni, la quale ha sottolineato che tale “scenario richiede prudenza” e che lo Stato sia unito affinché venga difesa la legalità, in quanto potrebbero emergere delle “conseguenze gravi” dalla situazione che si sta delineando.