Chiuse le indagini per la mancata zona rossa nella Bergamasca. Indagati erano stati Giuseppe Conte, insieme a Fontana, Speranza e Gallera.
Nella maxi inchiesta che ha riguardato le istituzioni della zona rossa in Val di Seriana erano coinvolti diversi esponenti del governo come Giuseppe Conte, Roberto Speranza, ma anche cariche regionali e locali, come Attilio Fontana e l’allora assessore al Welfare Giulio Gallera. Secondo quanto si apprende a breve verrà notificata la chiusura delle indagini dell’inchiesta per epidemia colposa.
Una maxi inchiesta che aveva riguardato la gestione della pandemia, la decisione di aprire dopo aver chiuso alcuni ospedali, e di non istituire la zona rossa in una zona che nella primavera del 2020 aveva fatto più di 3mila morti – 6.200 tra il febbraio e l’aprile del 2020. Ma le investigazioni adesso, almeno per quanto riguarda l’istituzione della zona rossa in Val di Seriana nel Bergamasco dovrebbero essere archiviate.
Tra gli indagati non erano finiti in quel caso, ormai a tre anni dai fatti, rappresentati delle istituzioni locali, ma anche regionali e nazionali, in linea con i tre filoni di inchiesta che hanno proprio riguardato diversi strati dell’amministrazione. Si legge dunque nel registro degli indagati anche il nome dell’allora Premier Giuseppe Conte, e il ministro della Salute Roberto Speranza. E ancora, in qualità di presidente della Regione il rieletto nel 2023 e allora in carica da due anni Attilio Fontana, insieme al suo assessore al Welfare Giulio Gallera.
In tutto una ventina, di cui alcuni nomi sono trapelati nel corso delle indagini. Ma per quanto riguarda le investigazioni per la zona rossa di Val di Seriana a breve dovrebbe arrivare la comunicazione di archiviazione delle indagini, che avevano riguardato proprio il mancato lockdown, zona rossa come si legge negli atti, nella zona della Bergamasca che fu poi violentemente colpita dalla pandemia e dal Covid, come noto.
Le indagini sono state condotte dal procuratore Cristina Rosa insieme ai pm Marchina e Mandurino, con la supervisione del procuratore Antonio Chiappani. L’inchiesta è stata rivolta alle eventuali colpe di assenza di un piano pandemico, dopo le indicazioni dell’Oms, alla chiusura dell’ospedale di Alazano, e alla mancata zona rossa. Rimango invece altri indagati relativi ad esempio alla zona rossa non istituita nel lodigiano, con le indagini che verrano trasferite in altre sedi.