Dettagli inchiesta Covid: il dissenso dei familiari delle vittime nei confronti dell’archiviazione di Gallera e Fontana. Il commento dell’Associazione correlata alle famiglie delle vittime del Covid è estremamente chiaro, per quanto concerne la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Brescia.
Le famiglie delle vittime si rifiutano di dover accettare questa decisione, inerente l’archiviazione collegata all’inchiesta svolta su Fontana e Gallera. Infatti non intendono fermarsi ma continuare a lottare.
Dettagli inchiesta Covid: cosa è successo che ha fatto indignare i parenti delle vittime
Si tratta di una richiesta inammissibile per i nuclei familiari di tutte le vittime della pandemia. Un’archiviazione che per loro non può verificarsi e non è giustificabile, per quanto riguarda la posizione del Presidente della Regione lombarda Attilio Fontana. Lo stesso discorso vale pure per la posizione dell’ex assessore al Welfare Giulio Gallera e per gli altri 11 indagati non solo per l’epidemia, ma anche per omicidio colposo.
Tra l’altro la legale Consuelo Locati ha espresso a chiare lettere il loro sconcerto per quanto accaduto. Infatti ha aggiunto che provvederanno a intraprendere una strada alternativa.
Dettagli inchiesta Covid: cosa dice la Procura in tal senso
Per quanto riguarda la Procura di Brescia, le posizioni di Fontana, di Gallera e di tutti gli altri indagati sul modo di gestire quella che è stata la prima ondata di Covid in Val Seriana si devono archiviare.
Ma per quale motivo la Procura è giunta a tale conclusione? Le ragioni sono molto somiglianti a quelle che hanno portato il Tribunale dei Ministri a effettuare il 7 giugno un’altra archiviazione. In questo caso si trattava delle posizioni concernenti l’ex premier Conte e l’allora ministro della salute Speranza.
Ecco dunque l’arrivo del forte commento da parte dell’avvocata Consuelo Locati, che difende i familiari delle vittime del Covid.
Infatti la Locati ha sottolineato il fatto che questo sta a significare che non ci sarà alcun responsabile, in riferimento allo svolgimento del Piano pandemico e all’istituzione della zona rossa. Come pure per tutti i decessi eccedenti che si sono verificati in quel periodo.
L’epidemia corrisponde a un reato commissivo
Le affermazioni della Locati in tal senso sono estremamente dure, oltre a rappresentare anche le voci di tutti i nuclei familiari che in quel terribile periodo hanno perso i loro cari a causa del Covid.
Difatti l’avvocata sostiene che, per via di questa richiesta di archiviazione, tutto il lavoro che si è attuato da parte della Procura di Bergamo in un lasso di tempo corrispondente a 3 anni, è stato ritenuto come se non fosse mai successo.
Le sue parole si riferiscono appunto ai magistrati bergamaschi. Questi ultimi, difatti, avevano inserito nelle indagini Gallera, Fontana e gli altri 11 indagati.
Tutti loro erano stati indagati per un’ipotesi molto grave, ovvero quella del reato collegato all’epidemia e all’omicidio colposo.
Inoltre erano stati posti sotto indagine, come detto precedentemente, anche Conte e Speranza.
I magistrati della città di Brescia hanno voluto dare una motivazione alle loro considerazioni sull’archiviazione. Una richiesta depositata in data 18 luglio al Tribunale dei ministri. Quest’ultimo dovrà quindi pronunciarsi sulla vicenda entro giovedì 27 luglio.
Ciò dichiarando che quello corrispondente all’epidemia colposa riguarda una forma di reato commissivo.
Mentre in tale circostanza si sono contestate le omissioni.
In più, sempre attenendosi a quanto asserito dalla Procura di Brescia, non si sarebbero riscontrare neanche delle forme di omissioni.
Questo perché prima del lockdown generale, erano giunte delle proposte e le autorità della Lombardia si erano attivate in modo tale da contenere la diffusione del virus.
Perché non si è attuata la zona rossa e no si è applicato il piano pandemico?
In riferimento all’assenza dell’istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo, i magistrati lombardi hanno le loro spiegazioni a riguardo.
In base a quanto hanno asserito, non si può assolutamente provare che, come sostenuto dalla perizia attuata dal microbiologo Andrea Crisanti, tale decisione avrebbe potuto evitare la morte di più di 4mila persone.
Il collegamento di casualità fra le morti e l’assenza dell’isolamento fra i due comuni, rappresenta soltanto un’ipotesi in forma teorica. Una eventualità che non ha ottenuto tra l’altro alcun riscontro.
Certamente per come sono andati gli avvenimenti anche in tutte le altre zone del mondo, l’evolversi della pandemia non sarebbe comunque cambiato.
Quindi è vero che il piano pandemico non si è svolto, perché si trovava fermo al 2006. Ma si ritiene in ogni caso impossibile che sarebbe stato adatto a fronteggiare lo stato di emergenza.
L’avvocata che tutela i familiari delle vittime ha commentato tutto questo, dicendo che a questo punto si domandano il senso della prevenzione in territorio italiano.
Ciò se si considera che gli obblighi della legge sembrano non contare niente.
Come agiranno le famiglie delle vittime
Attualmente la fine del prossimo pronunciamento da parte del Tribunale dei ministri sembra dunque ormai scontato. Questo se si pensa che con molta probabilità anche in questo caso la richiesta di archiviazione sarà accolta.
Locati aggiunge che da parte loro, quindi, faranno un percorso differente, visto che per loro non finisce assolutamente così l’intera vicenda.
L’avvocata ricorda che, qualora dovessero subentrare delle nuove prove, in base a quanto dice la legge il procedimento in questione si potrà riaprire in ogni momento.
In un comunicato l’avvocata ha dichiarato che continueranno sicuramente nel loro percorso basato sulla denuncia e sulla memoria.
Ciò in quanto sono sicuri che le morti di tutti i loro cari siano state provocate dalle tante omissioni fatte in quel periodo. In questo caso si tratta di omissioni sia dal punto di vista governativo, sia per quanto riguarda quello regionale.
La speranza della Locati e soprattutto delle famiglie dei morti per Covid, è quella che prima o poi si possano quindi accertare tutte queste responsabilità.
Rispettando il dolore immenso dei nuclei familiari che hanno subito questi lutti, con la piena consapevolezza che si è trattato di morti che si sarebbero potute evitare. Ciò basandosi ovviamente sul pensiero espresso dalle famiglie delle vittime, attraverso la voce della loro avvocata che li sta affiancando in questa dura battaglia. Vedremo quindi come si svilupperà e come andrà a finire l’intera vicenda.
Alcune affermazioni fatte
L’avvocato Locati ha detto:
“Vuol dire che nessuno sarà responsabile né per l’attuazione del Piano pandemico né per l’istituzione di una zona rossa e nemmeno per tutte le morti in eccesso che ci sono state. Come legale, anche a nome dell’associazione, siamo veramente sconcertati. Con questa richiesta di archiviazione, tutto il lavoro svolto dalla Procura di Bergamo in tre anni è stato considerato come se non fosse mai esistito. A questo punto ci chiediamo quale senso abbia la prevenzione in Italia, visto che evidentemente gli obblighi di legge, che sono anche sovrannazionali in materia sanitaria, non contano nulla. Noi stiamo intraprendendo un altro percorso, di sicuro per noi non finisce qua.”
L’associazione stessa continua dicendo:
“Per legge in qualsiasi momento, qualora dovessero emergere nuove prove, il procedimento si può riaprire. Continueremo nel nostro percorso di denuncia e memoria. Siamo certi che le morti dei nostri cari siano state causate dalle omissioni sia a livello governativo che regionale, e speriamo che prima o poi vengano accertate queste responsabilità”.