Non tutti hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. Scopriamo chi è del tutto esonerato da questo obbligo fiscale con cadenza annuale. Ecco tutte le categorie.
La dichiarazione dei redditi è uno specifico documento di tipo fiscale che andrà presentato con cadenza annuale dalla stragrande maggioranza dei contribuenti. Non parliamo di totalità, dal momento che alcune categorie saranno del tutto esentate da questo obbligo fiscale. In questo articolo vogliamo proprio accennare alle categorie che non avranno questa impellenza ogni anno.
Prima di accennare a questo, però, cerchiamo di capire in parole semplici cosa sia una dichiarazione dei redditi. Come anticipato, si tratta di un documento fiscale che verrà fornito e comunicato al Fisco con cadenza annuale. L’Agenzia delle Entrate, quindi, riceverà tutte le informazioni in merito al tuo reddito e alle tue entrate. Il contribuente, poi, dovrà pagare la somma di tasse spettante in base alla propria situazione reddituale.
Tutti i contribuenti hanno l’obbligo di presentare il Modello 730 entro la fine di settembre. In questo anno 2023, però, la scadenza cadrà il prossimo 2 ottobre. Questo Modello dovrà essere presentato – grazie all’aiuto del proprio commercialista – da tutti i lavoratori dipendenti e dai pensionati. La compilazione andrà effettuata sia dalle persone fisiche che da quelle giuridiche.
Quali persone non hanno l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi? Ecco tutto quello che c’è da sapere su questo argomento, spesso oggetto di dubbi e perplessità. Vediamo tutti i dettagli insieme.
Dichiarazione dei redditi, scopriamo chi non dovrà presentarla
Abbiamo visto come il Modello 730 sia obbligatorio per lavoratori dipendenti e pensionati. I lavoratori autonomi, invece, dovranno compilare un modello ben diverso in fase di dichiarazione dei redditi. Facciamo riferimento al Modello Redditi PF, riservato a chi sia in possesso di partita IVA e non sia, quindi, un lavoratore dipendente. Questo modulo è usato anche dalle persone che dovranno dichiarare possibili redditi esteri.
Per gli autonomi, la scadenza di presentazione viene ritardata al 30 novembre. Anche chi non lavora e non è in pensione dovrà presentare la dichiarazione dei redditi, nel caso in cui dovesse possedere varie rendite. Facciamo riferimento a un terreno o a un fabbricato. Anche chi ha redditi di capitale sarà obbligato a fornire al Fisco le proprie entrate e a compilare l’apposita documento fiscale annuale.
A prescindere dal lavoro che si svolge, dalla pensione che si percepisce e dalle rendite che si hanno, dunque, chiunque ha il dovere di effettuare la dichiarazione dei redditi. Chi non presenterà la dichiarazione e, quindi, chi non pagherà le tasse potrà subire sanzioni anche molto pesanti. Nei casi più gravi si potrà anche finire nel penale.
In questo articolo, però, vogliamo indicare tutte le persone che non avranno l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi a fine settembre o a fine novembre, a seconda dei casi. Ecco tutte le categorie che non rientrano in tale obbligo fiscale.
Fai parte di questa categoria? Non dovrai presentarla
Abbiamo accennato all’ampia categoria di contribuenti che dovrà per forza di cose dichiarare le proprie entrate al Fisco. Ce ne sono, però, anche altre che non avranno questa impellenza ogni anno. Ci riferiamo a tutti i contribuenti in possesso della pensione di invalidità permanente e a chiunque percepisca pensioni di guerra, pensioni sociali o borse di studio.
Chi non lavora e non sia in possesso di rendite, come ovvio che sia, non dovrà presentare la dichiarazione dei redditi essendone sfornito. Anche chi lavora occasionalmente e abbia un reddito inferiore a determinate soglie non avrà questo obbligo con l’Agenzia delle Entrate.
Se si dispongono redditi di ogni tipologia, ma il cui importo sia inferiore ai 3 mila euro, allora anche in questo caso l’obbligo di presentazione cadrà.
L’esonero sulla presentazione di questo documento fiscale, inoltre, si ha anche in merito ai redditi soggetti a una specifica imposta sostitutiva. Ci riferiamo agli interessi maturati sui BOT o su altri titoli appartenenti al debito pubblico, ma anche agli interessi che sono maturati sui conti correnti in proprio possesso e su tutte le entrate emerse da lavori ritenuti socialmente utili per la comunità.