Possibili cambiamenti imminenti per Opzione donna. Presto potrebbero esserci nuovi requisiti per il pensionamento anticipato.
Negli ultimi tempi si sente sempre più parlare di possibili modifiche a Opzione donna. Il governo sta infatti valutando varie possibilità per il pensionamento anticipato delle donne e già nel 2023 potrebbero esserci dei nuovi requisiti. In attesa della riforma delle pensioni, Opzione donna potrebbe subire dei cambiamenti che porterebbero il pensionamento anticipato per le donne ad essere un obiettivo sempre più difficile da raggiungere. Vediamo quali sono le ipotesi per il 2023 rispetto a Opzione donna.
Con la Legge di Bilancio 2023 sono stati rivisti i criteri per l’uscita anticipata delle donne dal mondo del lavoro. Il provvedimento noto come Opzione donna, che consente ad alcune categorie di lavoratrici di ritirarsi anticipatamente dal mondo del lavoro, vedrà presto dei cambiamenti.
I requisiti saranno di più e non si valuteranno solo età e contributi versati, ma probabilmente anche i figli. In questo modo, come oggi, sono automaticamente escluse dal provvedimento tutte le lavoratrici senza figli ed è proprio per questo che si stanno vagliando le diverse opzioni proposte. Opzione donna, potrebbe quindi subire nuovamente dei cambiamenti.
Una delle ipotesi è appunto proprio quella di non considerare il numero dei figli, così da ampliare la platea di coloro che potrebbero usufruire del pensionamento anticipato. Tutti gli altri requisiti previsti dalla Legge di Bilancio del 2023 invece resterebbero in vigore. Nei prossimi giorni Giorgia Meloni dovrebbe discutere con la maggioranza anche delle possibili modifiche attuabili alla manovra. La Lega chiede una modifica a Opzione donna, e si cerca di capire quale possa essere il modo migliore per cambiare senza stringere troppo il bacino di utenza che potrebbe usufruirne.
Quella di non considerare il numero dei figli è ad ora l’ipotesi più accreditata, lasciando in piedi i requisiti previsti dalla Legge di Bilancio, ovvero invalidità al 74%, caregiver, lavoratrici recentemente licenziate e dipendenti di aziende in difficoltà economica. L’alternativa a questa opzione è una proroga dell’attuale stato per il 2023.
L’ipotesi più accreditata, nonché quella che consentirebbe a più donne di usufruire del pensionamento anticipato, non prevede il requisito dei figli. Ogni lavoratrice dunque potrebbe ritirarsi dal lavoro a 60 anni, mentre ad oggi possono farlo a 59 anni le donne con un figlio e a 58 quelle con due. Si aumenterebbe quindi di uno o due anni l’attività lavorativa a favore di una platea più ampia.
La seconda ipotesi vede invece semplicemente una proroga dello stato attuale della misura, per almeno 6 mesi, in attesa del nuovo sistema pensionistico. Per quanto la seconda ipotesi sembrerebbe essere la meno probabile, nulla è da escludersi, in quanto l’argomento non è ancora stato trattato ufficialmente.
Questo porterebbe comunque a un risparmio non indifferente, che supera i 100 milioni di Euro. Il piano presentato dalla manovra però farebbe risparmiare molti più soldi. Nulla è ancora definito e non resta che attendere ulteriori sviluppi su quella che sembra essere a tutti gli effetti una delle manovre più discusse e controverse per il governo.