Sono in molti a chiedersi se è legale installare le telecamere di video sorveglianza sul luogo di lavoro: tutti i chiarimenti.
Per aumentare il livello di sicurezza della propria abitazione o del proprio esercizio commerciale ci si affida ai migliori strumenti a disposizione, tra cui porte blindate e sistemi di allarme all’avanguardia. Tuttavia, per individuare chi si rende responsabile di effrazioni o danneggiamenti è necessario installare un sistema di videosorveglianza, una strada che stanno seguendo in molti nell’ultimo periodo. Ma è legale mettere telecamere anche sul posto di lavoro? Il datore di lavoro può installare un sistema di videosorveglianza in ufficio, in azienda o in qualsiasi luogo di lavoro?
Si tratta di un tema piuttosto dibattuto, dato che esistono delle casistiche che rendono questa pratica assolutamente illegale e altre invece che consentono al datore di lavoro di installare le telecamere. Negli ultimi tempi anche negli uffici e nelle aziende è diventato sempre più necessario aumentare il livello di sicurezza con un sistema di videosorveglianza. Tuttavia, il datore di lavoro deve tenere conto del diritto alla riservatezza, che deve andare di pari passo con il diritto alla sicurezza.
Lo Statuto dei Lavoratori e la normativa sulla Privacy (GDPR) chiariscono nel dettaglio i casi in cui al datore di lavoro è consentito installare telecamere sul luogo di lavoro. Se ad esempio in azienda emergono possibili pericoli e minacce, l’installazione di telecamere può individuare i responsabili e pertanto è consentito. Allo stesso tempo, il sistema di videosorveglianza può migliorare la sicurezza sul lavoro. E può venire incontro ad una serie di esigenze, sia dal punto di vista organizzativo che produttivo. Per essere più chiari, se si vuole controllare un bene di lusso dell’azienda o verificare costantemente il funzionamento di un macchinario le telecamere sono consentite.
Tuttavia, le telecamere non possono in alcun modo essere installate per controllare l’effettiva produttività dei dipendenti. Lo chiarisce proprio l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori, che vieta l’utilizzo di impianti audiovisivi e di qualsiasi apparecchiatura che può essere usata per controllare a distanza il personale dipendente. Questo divieto viene poi richiamato anche dalla normativa sulla Privacy. L’unica strada che può percorrere un datore di lavoro per non andare incontro alla violazione della legge (e quindi incappare in pesanti sanzioni) è quella di installare le telecamere nel pieno rispetto della privacy dei dipendenti.
Nel caso sia quindi intenzionato a installare un sistema di video sorveglianza, il datore di lavoro è tenuto a informare preventivamente i sindacati nel tentativo di raggiungere un accordo. O in alternativa rivolgersi all’Ispettorato del Lavoro per presentare richiesta di autorizzazione con apposita modulistica. Inoltre, sempre il datore di lavoro dovrà organizzare il luogo di lavoro con la necessaria cartellonistica (ben visibile). In modo tale da informare correttamente i lavoratori della presenza di telecamere.
Infine, il datore di verbale dovrà anche nominare un responsabile del trattamento dei dati e ricevere dalla ditta che ha provveduto a installare le telecamere un verbale di collaudo dell’impianto dove sono indicate tutte le informazioni che riguardano le telecamere, tra cui i tempi di ripresa e il posizionamento.
Ma cosa succede se vengono violate queste norme? Il datore di lavoro che non rispetta la legge commette reato. Stando all’articolo 38 dello Statuto dei Lavoratori la sanzione va da 154 euro a 1.549 euro. Ma può scattare anche l’arresto da 15 giorni a 1 anno. Inoltre non è possibile licenziare un dipendente basandosi sulle immagini registrate dalle telecamere di video sorveglianza.