EcoScore debutta al ristorante per conoscere la sostenibilità del cibo

Legambiente Lombardia ha dato il via al progetto EcoScore, una lettera ad ogni ricetta per indicare la sostenibilità della pietanza cucinata.

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EcoScore è un marchio registrato che indica chiaramente l’impatto ambientale dei prodotti. Li classifica in varie categorie dalla A alla E. Si tratta di un logo che deve essere inserito dalle aziende nell’etichetta deils loro merce, così che i consumatori possano fare scelte consapevoli.

Questo sistema ha avuto lunedì, 26 giugno, il suo primo debutto anche nel settore della ristorazione. Lo ha creato Legambiente Lombardia per il ristorante La Latteria di Cascina Nascosta, che si trova all’interno del parco Sempione a Milano. Ogni ricetta avrà, dunque, la sua classificazione per valutare la sostenibilità del menù.

Questo strumento si esprime attraverso delle lettere, a partire dalla A, che riguarda tutte le preparazioni più sostenibili, alla E, che invece riguarda quelle più impattanti.Tale indicatore aiuterà i clienti a scegliere anche sulla base del luogo d’origine e produttivo delle portate. Le migliori, segnate con la lettera A, sono ottime per un consumo frequente.

Le ricette contrassegnate con le lettere per conoscere la provenienza della materia prima

Questo perchè hanno buoni nutrienti, sono vegetali, e prevalentemente biologiche e sostenibili. Le B, anche questa salutare, contrassegna i cibi vegetali di stagione con un elevato valore nutrizionale a cui si aggiungono il pesce azzurro, le uova ed il latte bio. Con la C si entra in un altro settore idoneo ad un consumo occasionale, ossia da una a tre volte alla settimana.

Rientrano tutti i latticini, le carni, il pesce e le uova di produttori che garantiscono modalità green di allevamento. Sempre occasionale il consumo delle pietanze contrassegnate con la lettera D, che sono, comunque, d’origine DOP. Si tratta di una denominazione di origine protetta, attribuita dall’Unione Europea a tutti quegli alimenti che dipendono essenzialmente dal territorio in cui vengono prodotti.

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L’ultima in classifica è la E, che riguarda alimenti prevalentemente animali o altamente processati nella lavorazione e non stagionali. Sono IGP, ossia di indicazione geografica protetta oppure di origine non precisata, che per l’EcoScore sono da evitare. I piatti del ristorante in questione sono solo delle categorie ABC, in quanto gli ingredienti provengono dalle aziende agricole sostenibili, selezionate proprio da Legambiente.

La Commissione europea ha deciso di registrare l’iniziativa European EcoScore, su richiesta dei cittadini dell’unione. Lo scopo non è solo quello di consentire ai consumatori di fare acquisti consapevoli, ma anche quello di incoraggiare le aziende a ridurre il loro impatto ambientale. Con più di 1 milione di firme, ha iniziato il suo iter il 30 giugno 2021.

Dal cibo all’abbigliamento per informare i consumatori

Questa etichetta obbligatoria si basa su un calcolo complesso e standardizzato, che parte dal cibo per arrivare all’abbigliamento, e mirare alla fine a coprire tutti i tipi di prodotti. Serve ad informare i consumatori sull’impatto ambientale di ciò che è fabbricato o venduto dalle aziende sul mercato dell’Unione europea.

Il sistema si usava giù prima in Francia che è stata la capostipite dell’iniziativa. Il funzionamento qui prevede l’analisi dell’ambiente con una valutazione in lettere e colori inseriti nell’immagine di una foglia. Dal verde scuro della A, verde chiaro B, gialla C, arancione D e rossa la E.

La prima con impatto minimo, mentre l’ultima sta ad indicare una zona dannosa per la natura e l’atmosfera. Le diverse indicazioni considerano l’intero LCA. Life Cycle Assessment, ovvero il ciclo di vita dei prodotti. Quindi anche tutte le fasi di produzione, imballaggio, stoccaggio, trasporto, commercializzazione, consumo e smaltimento.

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