Di emergenza siccità, si parla ormai da parecchi mesi. Sia per quanto riguarda Milano, che per tutto il nord Italia.
Nelle prossime settimane, per fare in modo che l’emergenza siccità rientri, dovrebbe piovere tantissimo. Questo servirebbe se non altro a far tornare la situazione alla normalità. Purtroppo però nessuno ha il controllo sulla natura, quindi non rimane che attendere e trovare degli altri escamotage.
In caso diverso la situazione potrebbe diventare sempre più pericolosa e preoccupante di quanto non lo sia al momento.
Questo è quanto è venuto fuori a seguito del secondo incontro dell’osservatorio permanente dell’autorità Distrettuale Po. L’incontro si è svolto nella giornata di giovedì 9 marzo, è andato avanti per qualche ora ma non si è giunti ad una conclusione.
Durante la riunione si è parlato dell’emergenza siccità, dell’incognita futuro, di quelle che potrebbero essere le conseguenze della situazione. A dimostrare la problematica è proprio il Po, che è il fiume più lungo d’Italia e che al momento è soltanto l’ombra di quello che dovrebbe essere.
Il corso di acqua è praticamente vuoto. Ma non è l’unico fiume ad essere in difficoltà, perché lo sono anche i laghi.
Per esempio il lago di Garda è in crisi, perché il suo riempimento è soltanto del 25% e infatti Ipo da qualche giorno ha disposto la chiusura della diga di Salionze.
Stessa cosa vale per quanto riguarda il Lago Maggiore, dove il riempimento è del 41,5% al massimo. Qualcosa di simile non si è mai visto nel corso degli ultimi 16 anni. Anche per il lago di Como la situazione è drammatica, seguono il lago d’Iseo e il lago di Idro.
Ma la situazione si può definire catastrofica in particolare per quanto riguarda il Piemonte. In questa regione le zone critiche sono Verbania, Verbano Cusio, Novara e Cuneo, dove per riempire gli acquedotti si è arrivati a richiedere l’intervento delle autobotti.
L’Associazione dei consorzi di bonifica avanza una proposta che potrebbe risolvere, se non altro per il momento, la problematica. Si tratta di accumulare l’acqua presente nelle reti dei consorzi, in modo tale da essere pronti ad affrontare la stagione in cui ne serve una quantità importante per le irrigazioni, per i pozzi e così via.
Questa ovviamente potrebbe essere soltanto una soluzione momentanea. Per il resto rimane soltanto d’aspettare che la natura faccia il suo corso.