Cosa cambia per gli eredi sulla eredità giacente? Facciamo chiarezza sul significato e tutte le informazioni da conoscere.
L’eredità giacente si basa sull’articolo 528 del codice civile, comma uno, che cita la possibilità per chi eredita di non accettare l’eredità stessa. Il tribunale deve nominare un curatore e fare in modo che questa venga accettata in qualche modo. Il periodo di tempo nel momento in si avvia la successione e la relativa accettazione, non è lungo. Ovviamente si dovrà avere una finestra ampia al fine di poter chiudere l’eredità e il passaggio. Il legislatore è comunque invitato ad assicurarsi che il patrimonio ereditato venga tutelato, proprio nominando un curatore che possa amministrare una eredità giacente.
Eredità giacente: significato e caratteristiche
L’eredità giacente è quella tipologia non accettata dai soggetti aventi diritto. La stessa ha un periodo di tempo previsto dalla legge italiana che intercorre tra la successione e l’accettazione della stessa.
La legge non si basa sulla definizione stessa ma solo sulla sua accettazione e su quali siano i presupposti da tenere a mente. Uno di questi da tenere a mente è che l’eredità si può declinare e non accettare. In alcuni casi possono venir meno i chiamati, oppure che questi non abbiano il diritto di accettare sino alla condizione di rifiutare completamente la condizione in atto.
Secondo la giurisprudenza si può avere l’eredità giacente solo nel caso dell’articolo del Codice Civile numero 528. Nel tempo questa disciplina è stata più volte studiata e messa a punto.
Anche se l’opinione non sembra essere stata accreditata. In alcuni casi infatti, si applica questo tipo di normativa con conseguente nomina del curatore per l’eredità stessa.
La legislatura afferma che ci sono tre presupposti principali per determinare questo tipo di eredità:
- Quando non viene accettata subito;
- Nel momento in cui non ci sono beni ereditari;
- Se è stato nominato l’amministratore o curatore dell’eredità.
Quali sono gli effetti su chi eredita?
Secondo le normative, in generale, si afferma che ci possono essere degli effetti negativi per questo tipo di applicazione (è importante poi valutare il caso di volta in volta).
Questi tre effetti si riassumono come segue:
- Il chiamato per legge non potrà compiere azioni per il possesso, amministrazione seppur temporanea o vigilanza. Questo nel momento in cui subentra la figura del curatore dell’eredità. Se si attiva potrebbe essere di intralcio. Inoltre si blocca in qualche modo la possibilità che l’eredità venga distribuita in modo corretto;
- Non si possono scrivere ipoteche sui beni. La normativa è stata scritta al fine di tutelare la parità del trattamento. Nel momento in cui non ci sono eredi attivi, non ci possono essere dei creditori che si avvalgono ai beni del defunto;
- Se l’eredità venisse liquidata, allora non ci sarà modo di promuovere tutte le procedure e i creditori non potranno farsi avanti.