L’escursionista milanese Carlo Vincenzo D’Orta salvato con l’impiego innovativo di droni e tecnologia “cattura segnale”. Soccorso straordinario nel cuore del Parco Nazionale della Val Grande
Il suggestivo Parco Nazionale della Val Grande, situato nei pressi della zona del Verbano Cusio Ossola, è stato tratro di una sfida avvincente e delicata che poteva finire male ma si è risolta con un successo. Si tratta delle operazioni di ricerca di Carlo Vincenzo D’Orta, un escursionista milanese di 53 anni. L’uomo era scomparso il giorno di Ferragosto. L’attità di salvataggio è durata due giorni. Ha coinvolto più attori come i soccorritori alpini, l’unità della guardia di finanza, i vigili del fuoco e i carabinieri forestali. Tutte queste forze sono state unite nell’intento di individuare tracce dell’escursionista e trarlo in salvo.
L’uomo aveva intrapreso un’escursione nella zona del rifugio di Pian Cavallone lunedì il 14 agosto. Tuttavia, il suo percorso aveva preso una svolta non programmata a causa di un problema alla gamba. Carlo Vincenzo D’Orta è stato costretto, così. a cercare rifugio in un’area densamnte boscosa. L’ultimo segnale di vita era stato un messaggio inviato alla sua compagna. Le aveva comunicato proprio di essersi smarrito e di trovarsi in difficoltà.
Non è stato facile condurre la ricerca dell’escursionista. Il territori, infatti è impervio e accidentato. Inoltre, l’oscurità della notte e la fitta vegetazione non hanno di certo migliorato le attività deli soccorritori. Nonostante ciò, tre di essi, molto coraggiosamente, hanno deciso di rimanere nella zona durante la notte di giovedì nella speranza di intercettare qualche segnale della presenza di D’Orta. Per fortuna hanno avuto successo quando, finalmente, hanno captato un segnale proveniente dal cellulare dell’uomo disperso.
Tuttavia, raggiungere D’Orta si è rivelato un compito impegnativo. L’uso di droni da parte dei vigili del fuoco ha dimostrato di essere una soluzione preziosa. Dotati di telecamere termiche, i droni hanno permesso di individuare oggetti che emettevano calore, fornendo agli operatori una visuale più chiara delle zone potenzialmente frequentate dall’escursionista. L’elicottero “Drago 153” dei vigili del fuoco di Malpensa ha anch’esso svolto un ruolo cruciale. Dotato del sistema “Imsi Catcher”, in grado di captare il segnale del telefono cellulare anche fuori dalla zona di copertura, l’elicottero ha giocato un ruolo fondamentale nell’individuazione precisa della posizione di D’Orta.
Le ricerche si sono concentrate principalmente nella Val Pobbiè, una vallata densamente boscosa e intrisa di bellezza naturale, ma altrettanto impervia. Le foto dell’escursionista sono state distribuite a coloro che si accingevano ad affrontare i sentieri della zona, particolarmente nella zona di Pogallo, una delle “porte d’ingresso” al Parco Nazionale.
L’epilogo di questa intricata vicenda è stato positivo: D’Orta è stato trovato e raggiunto dai soccorritori che hanno potuto comunicare con lui. Nonostante l’oscurità e il terreno difficile abbiano impedito un immediato raggiungimento, l’uso strategico di droni e tecnologia innovativa ha giocato un ruolo fondamentale nel determinare la posizione precisa dell’escursionista e nell’assicurare la sua incolumità.