Una famiglia di 5 persone, tra cui due bimbe piccole ed un neonato è stata sfrattata dalla casa in cui viveva
A Milano una triste storia: una famiglia si trovava in una situazione di grande difficoltà. Dopo aver ricevuto lo sfratto, il padre, Ignazio, disperato, ha lanciato un appello. Papà, mamma e tre figli piccoli, oramai senza casa nè lavoro, hanno dovuto vivere, per qualche tempo, in un’automobile. In loro aiuto, fortunatamente, si sono dati da fare la consigliera Laffusa ed un’azienda che si occupa di edilizia.
Da qui le cose hanno iniziato ad andare meglio. La famiglia ha ottenuto una casa e il papà un’occupazione migliore. Le situazioni di degrado e difficoltà sono molto diffuse a livello sociale, ma questa volta è arrivato anche un lieto fine. Facendo un passo indietro nella storia della famiglia Cadoni, torniamo al mese di dicembre, quando hanno dovuto lasciare la loro casa in seguito ad uno sfratto.
Non avendo un posto dove andare, i coniugi con i tre piccoli figli, di cui uno neonato, si sono visti costretti a dormire in macchina, proprio durante l’inverno. Una situazione di grande indigenza, ma qualcosa ha cominciato a muoversi subito dopo la richiesta disperata del padre di famiglia.
La richiesta di aiuto
Ignazio Cadoni, originario di Carbonia, un comune del Sud della Sardegna, ha lanciato un appello. In seguito a questo molti istituti ad indirizzo solidale si sono mossi. Associazioni di volontariato della zona ma anche enti di beneficienza dislocati in molte aree d’Italia.
La famiglia Cadoni si trovava in uno stato di grande povertà. Inoltre avevano figli piccoli, di cui l’ultimo, appena nato. Il piccolino è molto fragile, non solo per l’età, ma anche per una malformazione congenita. Necessita di cure e terapie tanto che era già stato ricoverato presso un ospedale di Milano.
Una sistemazione d’urgenza è arrivata in aiuto alla famiglia presso un albergo. Successivamente il Comune ha avanzato una proposta. Si trattava di housing sociale, ma con dislocazioni diverse. Ignazio non aveva accettato perché la sua famiglia avrebbe dovuto separarsi. Lui in una casa, le figlie di sette e otto anni in un’altra e la madre Milena e il piccolino in un’altra ancora.
La povertà li aveva messi in difficoltà ma non si sarebbero divisi, La loro situazione finanziaria non era causata dalla mancanza di un lavoro. Come lo stesso Ignazio ha sottolineato, lui lavorava e non rubava di certo a nessuno. Con un contratto precario portava a casa qualcosa.
Ma il suo stipendio era talmente basso che doveva scegliere se acquistare del cibo per gli altri membri della famiglia, o se pagare l’affitto. Entrambi non era proprio possibile. Da qui è arrivato lo sfratto e dunque l’obbligo di lasciare la casa. La presenza di minori non impedisce assolutamente una procedura avanzata dal creditore per il recupero dei suoi crediti.
In questi sono compresi anche i canoni dell’affitto. Con la convalida da parte del giudice il locatore può procedere allo sfratto ed all’eventuale pignoramento dei beni del locatario. Ci sono delle tutele per gli inquilini con minori, ossia un termine per pagare o dilazionare gli arretrati. E’ possibile richiedere anche l’intervento dei servizi sociali che spesso pagano gli affitti.
Ma, purtroppo, a volte le cose vanno diversamente. Lo sfratto diviene esecutivo e gli affittuari devono uscire di casa. I Cadoni si erano anche messi in lista per ottenereun alloggio comunale popolare, ma si trovavano in fondo alle graduatorie. Poi, finalmente, è arrivato un aiuto concreto.
Per il padre l’offerta di un impiego da parte di un’azienda edile con sede nella zona del Legnanese. Per l’intera famiglia invece un luogo dove vivere. Un appartamento messo a disposizione in modo gratuito e questo grazie all’intervento di una consigliera del Comune, Daniela Laffusa.