Fermato il presunto colpevole per la morte del commercialista milanese Antonio Novati avvenuta giovedì scorso nel lodigiano
Il 20 aprile scorso, giovedì, Antonio Novati, un noto commercialista milanese, si è presentato alla porta del proprietario della cascina per informarlo che, entro breve, avrebbe dovuto lasciare una parte di cascina. Si trovava lì proprio per stabilire la data di uscita dell’ormai ex proprietario, visto che una persona l’aveva acquistata all’asta.
Un agricoltore mentre passava nelle campagne di Massalengo, a Lodi, vicino alla Cascina Scappadina, ha ritrovato il corpo del commercialista nella sua auto, un’Honda Crv. Il corpo senza vita presentava una decina di coltellate all’addome. I soccorsi, allertati dall’agricoltore, arrivati sul posto, hanno iniziato subito le indagini.
Il sindaco del posto, Severino Serafini, recatosi sul luogo del ritrovamento la sera stessa, aveva dichiarato che:
“Mi auguro che il caso venga risolto il prima possibile,anche perché le forze dell’ordine stanno lavorando notte e giorno, per arrivare a una soluzione e confido nella loro professionalità.”
Nel frattempo, il corpo del commercialista, trasportato all’Istituto di medicina legale di Pavia è in attesa dell’autopsia che dovrebbe svolgersi nella giornata di lunedì. A due giorni dall’apertura delle indagini, le forze dell’ordine hanno fermato il presunto colpevole. All’interno della macchina, infatti, avrebbero trovato un’impronta che incastrerebbe Francesco Vailati.
L’impronta non è, però, l’unico indizio. Ci sarebbero anche le varie telefonate intercorse tra i due e i video delle telecamere di sorveglianza della zona che avrebbero ripreso il 60enne transitare in quelle zone proprio all’ora della tragedia. Vailati avrebbe colpito più volte Antonio Novati e, in seguito, avrebbe caricato il corpo sul sedile posteriore della macchina.
Avrebbe appoggiato la testa al seggiolino del nipote per poi portare la macchina a qualche chilometro di distanza fino ad arrivare alla Cascina Scappadina di Massalengo dove l’hanno ritrovata. Sarebbe poi tornato a casa a piedi con i vestiti sporchi di sangue. L’impronta e queste macchie di sangue avrebbero porato gli inquirenti al fermo del 60enne imprenditore.
In una nota del procuratore di Lodi, Maurizio Romanelli si legge, infatti, che su Francesco Vailati perndono gravi indizi di colpevolezza. Durante il fermo l’imprenditore stesso avrebbe fatto alcune ammissioni che porterebbero gli inquirenti a pensarlo colpevole. Ora il 60enne si trova nel carcere di Cagnola di Lodi con l’accusa di omicidio volontario aggravato.
I carabinieri, intanto, stanno cercando ancora l’arma del delitto, la valigetta e il telefonino del commercialista. Antonio Novati era uno stimato professionista. Vista l’età sarebbe dovuto essere in pensione, ma, a detta del figlio, amava troppo il suo lavoro per mettersi a riposo. Aveva due studi di consulenza fiscale e societaria.
Durante la sua lunga carriera era stato anche perito e curatore fallimentare. Originario di Vizzolo Predabissi, chi lo conosceva ha speso solo parole positive sul suo conto. Lascia la moglie, i figli e i nipoti. Nei prossimi giorni si avrà anche la data della restituzione della salma alla famiglia che potrà, così, procedere al funerale.