La siccità rappresenta un serio rischio per i fiumi come il fiume Po, con conseguenze sia sull’ecosistema fluviale che sulla vita umana.
È importante adottare misure adeguate per mitigare gli effetti negativi della siccità sui fiumi. Fondamentale ad esempio la gestione delle risorse idriche e la promozione di pratiche sostenibili di utilizzo dell’acqua.
Rischi della siccità sui fiumi
La siccità rappresenta una delle principali minacce per i fiumi, tra cui il Po, il principale fiume dell’Italia settentrionale. Questa condizione climatica estrema può avere una serie di impatti negativi sull’ecosistema fluviale, sulla sua fauna e flora, ma anche sulla vita umana.
Uno dei principali rischi della siccità per i fiumi come il Po è la diminuzione del flusso d’acqua. In assenza di precipitazioni significative, il livello dell’acqua può scendere notevolmente, lasciando a secco alcune parti del fiume. Questa situazione può causare un’alterazione dell’ecosistema fluviale, portando alla riduzione della biodiversità e alla perdita di habitat per la fauna.
Inoltre, la diminuzione del flusso d’acqua può causare problemi anche per l’approvvigionamento idrico degli abitanti della zona. Infatti, molte città dipendono dal Po per l’approvvigionamento idrico, e una diminuzione significativa del flusso d’acqua può mettere a rischio la disponibilità di acqua potabile.
Un altro rischio della siccità sui fiumi come il fiume Po è l’insorgere di incendi boschivi. La diminuzione del flusso d’acqua può rendere le zone circostanti più secche e suscettibili all’incendio, specialmente se ci sono temperature elevate e venti forti.
Gli incendi boschivi rappresentano una minaccia per la fauna e la flora, ma anche per la vita umana e le proprietà private.
Infine, la siccità può portare a un aumento della salinità dell’acqua, soprattutto in prossimità della foce del fiume. Questo può causare problemi per la vita ittica, ma anche per l’agricoltura nelle zone limitrofe. Questo in quanto l’acqua salata può compromettere la qualità del suolo e ridurre la produzione di colture.
Fiume Po, mai successo in 15 anni di storia
L’ANBI (Ass. Naz. Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari), ha lanciato l’allarme riguardante la situazione del Po, il principale fiume dell’Italia settentrionale, che sta attraversando una fase di secca malgrado le ultime piogge.
Questa situazione rappresenta un quadro preoccupante, poiché il nord dell’Italia sta vivendo una decadenza dell’acqua endemica, mentre nel centro-sud il rischio di alluvioni rimane elevato. Inoltre, la mancanza di riserve idriche mette a rischio anche l’autonomia alimentare del paese.
Secondo l’osservatorio ANBI, attualmente l’ex Grande Fiume sta fluendo con meno acqua rispetto all’anno precedente.
A Torino pesa il deficit idrico con una situazione critica anche in Lombardia ed Emilia Romagna, dove il fiume Po è ai minimi storici a Piacenza. La crisi sta influenzando l’economia agricola e agroalimentare della Pianura Padana.
Anche i grandi laghi hanno livelli molto bassi e il lago di Garda ha metà dell’acqua rispetto all’anno precedente.
Il livello dei fiumi in Lombardia, in particolare del fiume Adda, è diminuito notevolmente, raggiungendo il livello più basso degli ultimi anni, anche inferiore al 2017 quando ci fu una seria carenza d’acqua. Anche l’Adige in Veneto è a livelli più bassi rispetto allo scorso anno, mentre la portata della Livenza è diminuita di ben 86 centimetri in una settimana.
Riserve idriche ancora inferiori
Nonostante la neve caduta abbia contribuito a aumentare leggermente le riserve idriche, che sono cresciute di quasi il 6% rispetto al 2022, queste rimangono inferiori alla media del periodo del 47,2%, calcolata su una quantità di 951,9 milioni di metri cubi, contro una media di 1644,7 Mmc.
Secondo il rapporto, soltanto la Valle d’Aosta ha riscontrato un significativo aumento delle precipitazioni, essendo la portata della Dora Baltea quasi cinque volte superiore rispetto alla media storica di gennaio.
Secondo Vincenzi, presidente dell’associazione, è fondamentale adottare un nuovo approccio per affrontare la crisi endemica dell’acqua, che preveda la necessità di preservare ogni goccia d’acqua e di comprendere che i cambiamenti climatici stanno portando alla fine dell’abbondanza idrica nel Nord Italia.
Vincenzi conclude che dobbiamo creare infrastrutture che garantiscono riserve idriche omogenee in tutto il Paese, altrimenti non avremo la possibilità di essere autosufficienti dal punto di vista alimentare.
Secondo il rapporto, nonostante le piogge, il nord dell’Italia continua ad avere problemi di siccità, mentre nel centro-sud si deve affrontare il rischio di inondazioni. Ci sono stati abbondanti accumuli di pioggia nelle Marche, che hanno causato l’aumento dei fiumi e il timore di nuove alluvioni.