L’ex presentatore de l’Eredità debutta dopo tanto a teatro. Tra riflessioni e nuovi progetti, è pronto a voltare pagina, senza rancori.
Non c’è rancore nè rimpianto nelle parole di Flavio Insinna quando, ai microfoni di Repubblica, parla della fine del suo viaggio nel ruolo di presentatore de “L’Eredità”. Per anni al timone del game show in onda su Rai1, con l’anno nuovo Insinna sarà sostituito da Pino Insegno nella conduzione del programma. Ma mamma Rai non si abbandona, chiarisce l’attore, che nel frattempo lo scorso settembre è apparso nel ruolo di protagonista all’interno del film “La stoccata vincente”, in onda proprio su Rai1. Adesso, spiega, è tempo di nuove avventure, prima fra tutte quella legata al teatro.
A 58 anni, Flavio Insinna cambia strada e torna a teatro: il 4 e 5 gennaio l’attore debutterà sul palco del Teatro Argentina di Roma con “Gente di facili costumi”. Nel ruolo di protagonista, Insinna porterà al pubblico la commedia scritta da Nino Manfredi proprio come omaggio a quest’ultimo, definito dallo stesso attore “un mostro di bravura inarrivabile” a cui si avvicina con affetto. Alla regia dello spettacolo il figlio dello storico artista, Luca Manfredi, che riprende la commedia interpretata dal padre nel lontano 1988, al fianco di Pamela Villoresi.
Non nasconde l’emozione Flavio Insinna, che all’Argentina racconta di aver partecipato ad uno dei suoi primi provini, e definisce il debutto nello storico teatro come “giocare al Maracanà con la nazionale”. Nella commedia si calerà nei panni di Ugo, intellettuale insoddisfatto che sogna di scrivere il film che svolterà la sua carriera. Il suo trasferimento forzato a casa di Anna, una prostituta detta “Principessa”, provocherà lo scontro tra due mondi opposti, che scopriranno di potersi incontrare nel mezzo.
Insinna si avvicina al ruolo, interpretato in precedenza dal grande Manfredi, in punta di piedi, limando insieme al regista alcune sezioni della commedia, ma lasciando intatta l’impronta anni ’80, per un risultato che lui stesso definisce “artigianato teatrale“.
Sull’addio all’Eredità, l’attore non sembra covare particolare amarezza: a 60 anni, dichiara, non insegue più la smania di apparire sul piccolo schermo a qualsiasi costo come avrebbe fatto a 30. Peraltro, dice, un atteggiamento del genere sarebbe poco elegante. La porta per proseguire la lunga storia d’amore con la Rai, comunque, rimane aperta, ma senza ansie: Insinna accetta la decisione presa e si dice pronto a valutare quello che verrà, che sia una fiction o un nuovo programma. Alla sua età, racconta il presentatore, ha ormai imparato a riflettere e voltare pagina, accettando quello che sarà.
Comunque, si dice riconoscente e grato alla Rai per gli anni bellissimi trascorsi insieme, portando avanti l’Eredità per ben cinque stagioni, a partire dal 2018, e passando per le condizioni più svariate, pandemia inclusa. Nel frattempo, persegue altre strade: sta imparando a suonare il trombone, fa sapere. In cantiere potrebbe esserci anche un nuovo libro per ragazzi firmato Rai libri, ma la certezza più grande al momento è il teatro che, come confessa l’attore, è l’unica esperienza che riesce a regalargli un brivido di vera felicità. Brivido che, da spettatori, non vediamo l’ora di scorgere sul palco del Teatro Argentina.