Alcuni pensionati quest’anno saranno particolarmente fortunati, perché riceveranno un cedolino molto più ricco del solito. Il 2023 e il 2024 saranno anni diversi dai precedenti, il motivo è semplice, il Governo Meloni punta ad aiutare chi è in difficoltà ovvero le famiglie che non hanno entrate o con un reddito isee basso e i pensionati con una pensione minima.
Nonostante gli ultimi cedolini siano stati poco consistenti, con cifre inferiori al minimo, le cose stanno per cambiare e così, sia quest’anno che il prossimo 2024 i pensionati potranno ritenersi decisamente fortunati.
Tutto questo grazie al 7,3€ sulla rivalutazione pensionistica che scatterà a partire dal mese di marzo. Tra qualche settimana, tutti le persone in pensione riceveranno delle somme mensili rivalutate, compresi gli arretrati del mese di gennaio e di febbraio che qualcuno ha già ricevuto.
Rivalutazione e arretrati nel mese di marzo, ecco cosa cambierà per i pensionati che rientrano in questa fascia
La rivalutazione in realtà non sarà del 7,3% considerando nel ricalcolo i primi anticipi del 2% che i pensionati hanno già ricevuto da ottobre a dicembre. In questo caso si parla della rivalutazione anticipata per tutte le pensioni fino a 2.692 euro lordi al mese. Di conseguenza la rivalutazione questa volta sarà del 5,3%. Si considerano nel ricalcolo anche le 6 percentuali nuove.
Si parla del 32% che riguardano una pensione oltre 10 volte il minimo, seguono gli assegni al 37% che hanno a che fare con una pensione fino a 10 volte il minimo, per un massimo di 5.250 euro mensili. Poi del 47% per una pensione fino a 8 volte il minimo, pari a 4.200 euro, del 53% per una pensione fino 6 volte il minimo, entro 3.150 euro, poi dell’85% per una pensione fino a 5 volte al minimo, fino ad un massimo di 2.626 euro lordi al mese, e per concludere il 100% per quanto riguarda gli assegni fino a 4 volte il minimo, ovvero di 2.100 euro lordi mensili.
Cosa succederà nel mese di marzo a seguito dei vari cambiamenti stabiliti dal nuovo governo
Si giunge quindi al dunque: a marzo, ci sarà un aumento per le pensioni fra i 500 e i 3500 euro di almeno 10/20 euro. Gli aumenti saranno superiori per coloro che percepiscono una pensione più bassa. Ecco poi il secondo aumento del 2023 che ha a che fare con le aliquote Irpef già modificate dal precedente governo Draghi che da cinque sono diventate quattro. Le aliquote al momento sono le successive, del 43% per i redditi oltre i 50.000 euro, del 35% per i redditi che vanno da 28.000 a 50.000 euro, del 25% per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro, del 23% per tutti i redditi fino a 15.000 euro.
A breve saranno ridotte a tre a seguito delle nuove decisioni prese dal governo Meloni. Presto saranno le seguenti: aliquota del 43% per i redditi superiori a 50mila euro, del 27% per i redditi tra 15.000-50.000 euro e del 23% per chi i redditi fino a 15mila euro. In questo caso, per i redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia non ci sono cambiamenti. Mentre per una pensione fino a 3.700 euro, gli incrementi sarebbero di gran lunga maggiori.
Ovviamente non andrebbero ad aumentare le pensioni ma semplicemente a ridursi le tasse da pagare, di ben otto punti percentuali. Grazie a questa novità si arriverebbe a risparmiare fino a 150 euro al mese.
Rivalutazione stabilita dall’Istat, quanto guadagneranno alcuni pensionati
L’aumento previsto per la rivalutazione, dell’8,1% è stato stabilito dall’Istat per andare a recuperare a conguaglio lo scarto dello 0,8%. A seguito di questi calcoli, la pensione minima, va a 567,94 euro partendo da 500 euro iniziali.
Un pensionato nel 2024 che riceve una pensione minima, ha diritto ad un arretrato lordo di 54 euro, considerando invece una pensione da 1000 euro al mese, dal 1 gennaio 2023 diventa una pensione da 1073 euro, grazie al ricalcolo al 7,3%, con indice dell’8,1%.