Garbagnate Milanese, le spiegazioni date dall’uomo che ha ucciso il quindicenne a Garbagnate: ecco il seguito della vicenda e altri dettagli circa quello che è successo in quella giornata in cui ha perso la vita Valentino.
L’uomo romeno che ha travolto e ucciso Valentino, ferendo gravemente la coetanea del quindicenne, dopo il suo fermo ha dichiarato di non averli proprio visti. L’investitore ha quindi pronunciato queste parole, quando è stato sottoposto all’interrogatorio da parte del giudice. Nel frattempo oggi 20 luglio, ci sarà la decisione sulla convalida dell’arresto.
Bagdan Pasca è esattamente il 32enne romeno che è stato arrestato lunedì sera. Un arresto stabilito nei suoi confronti in seguito a quanto accaduto nella serata di lunedì. Il guidatore, infatti, è stato accusato di aver travolto col suo Ford Transit il ragazzo di 15 anni Valentino Colia. Quest’ultimo purtroppo è morto sul colpo. Ricordiamo che l’uomo ha anche investito la ragazzina di 16 anni che era in compagnia di Valentino. Si tratta di Ambra L, 16 anni compiuti da poco e ora la stessa si ritrova in terapia intensiva a causa delle pesanti ferite riportate. Difatti la giovane ora si trova ricoverata al Niguarda di Milano in condizioni molto gravi.
Un vero e proprio dramma che è avvenuto in via Kennedy a Garbagnate Milanese. Si è scoperto che i due ragazzi in quel momento stavano attraversando la strada sulla medesima bicicletta.
Ma i due non erano da soli, come si era pensato inizialmente. Infatti in seguito all’approfondimento delle indagini, si è scoperto che insieme a loro c’erano anche altri due amici. Questi ultimi erano pure loro in sella alle loro bici e li stavano seguendo sul percorso stradale.
In seguito alla tragedia che ha portato alla morte del quindicenne, l’accusato nelle scorse ore è stato ascoltato dal Gip Lidia Castellucci.
Tutto questo in presenza del suo avvocato difensore Daniela Silvestre.
Un’importante annotazione da fare nei confronti dell’investitore, è che non solo stava guidando senza la patente, ma anche con un tasso alcolico che è risultato essere il doppio di quello permesso dalla legge.
Il conducente del furgone quando è stato interrogato, ha iniziato a pronunciare delle parole in difesa della sua persona. Infatti mentre piangeva si è difeso sostenendo di non essersi assolutamente accorto della presenza dei due ragazzi sulla strada.
Il 34enne ha proseguito col suo racconto, dicendo che in quel punto della strada c’era un parapetto che gli andava quindi a coprire la visuale. Poi ha continuato dicendo che lui si è fermato per prestare soccorso al ragazzino, cercando di rianimarlo. Ma purtroppo non ci è riuscito.
Questa è la sua versione dei fatti, che ha voluto illustrare agli inquirenti.
Ma ciò che non ha incluso nella sua narrazione è che già in passato era stato fermato, mentre si trovava alla guida di un mezzo di trasporto.
Difatti l’uomo era stato fermato in precedenza per ben tre volte, visto che si trovava alla guida senza poterlo fare. Il romeno aveva conseguito la patente nel suo Paese d’origine, ma una volta giunto in Italia aveva preso la residenza, ma senza provvedere a convertire la patente originaria.
Quindi in territorio italiano lui comunque non avrebbe potuto mettersi alla guida, considerando che era sprovvisto di patente.
Inoltre il guidatore ha dichiarato che quella sera stava facendo il suo rientro a casa, poiché essendo stato affidato ai servizi sociali, non poteva trovarsi fuori casa oltre le ore 23.
Il romeno ha spiegato che stava tornando da una festa organizzata nell’abitazione dell’ex moglie e dei suoi figli.
In base sempre alla sua versione di quanto successo, lui stava percorrendo quella strada a circa 70/80 chilometri orari. Esattamente mentre era all’altezza di un cavalcavia, però poco prima di giungere in prossimità delle strisce pedonali avrebbe rallentato un poco.
Ma l’impatto mortale è avvenuto proprio in quel punto, dove i due ragazzi stavano attraversando sulle apposite strisce.
Il romeno sembrava un fiume in piena, quando ha dato la sua versione di quanto successo la sera di lunedì.
Un tentativo per cercare di attutire in modo ingiustificato ciò che ha fatto?
Comunque il 32enne ha detto di essere munito di una patente romena, che però ha validità pure in territorio italiano. Inoltre ha aggiunto che questa sua patente era stata sospesa, ma che in ogni caso tale sospensione era stata fermata. Questo però a suo dire, poi gli inquirenti ovviamente dovranno verificare se si tratta di giustificazioni fondate oppure di menzogne.
Infatti da questo punto di vista, si avrà sicuramente bisogno di effettuare degli ulteriori accertamenti.
Da ciò che si è saputo in un secondo momento, il guidatore non è l’unica persona che è stata ascoltata dai carabinieri e dal pm Mauro Clerici.
Infatti nel corso delle loro indagini si è provveduto ad ascoltare anche la testimonianza di uno dei due ragazzi che erano in bici, subito dopo Valentino e Ambra.
Questo testimone ha raccontato di aver visto il Ford Transit travolgere i suoi due amici. L’impatto è avvenuto mentre i due ragazzi stavano per terminare l’attraversamento delle strisce pedonali.
A questo punto la decisione sulla convalida dell’arresto e sulle misure che si prenderanno per il 32enne, è attesa per la giornata di oggi, giovedì.
Intanto la Procura ha fatto una chiara richiesta: quella di far rimanere in carcere Pasca.
Quello che si è verificato nella serata di lunedì riguarda una tragedia che ha interrotto bruscamente la vita di un ragazzo che aveva soltanto 15 anni. Un giovane che aveva tutta una vita di fronte a sé, ma che è stata spezzata dal 32enne romeno.
Tra l’altro Valentino e Ambra stavano rispettando le regole della strada, attraversando sulle apposite strisce stradali per i pedoni.
Adesso dunque bisognerà appurare con certezza se effettivamente Pasca abbia trasgredito più di una regola stradale.
Una verifica che risulta essere di fondamentale importanza, per rendere piena giustizia al povero Valentino. Anche se si ha la piena consapevolezza che, comunque, lui non potrà più tornare dalla sua famiglia e dai suoi amici.
Tutto si è fermato quella sera per lui, sull’asfalto di quella strada.
Queste alcune delle parole dell’investitore di 32 anni:
“Non li ho proprio visti. C’era un parapetto che mi copriva la visuale, hoprovato a rianimare il ragazzo, ma non ce l’ho fatta“.
Ora non resta altro che aspettare i risvolti di questa situazione per capire come andrà a finire e quali saranno le sorti di Pasca, con la consapevolezza che nessuno potrà riportare alla sua famiglia Valentino.