Giorgio Mazzanti si è spento all’età di 95 anni

Si è spento all’età di 95 anni Giorgio Mazzanti, inventore e chimico, autore di molti brevetti utilizzati ancora oggi

Giorgio Mazzanti
Giorgio Mazzanti-Imilanesi.it

Una carriera molto lunga costellata di moltissime invenzioni e brevetti depositati tra il 1954 e il 1956. Dopo la laurea in Chimica-Fisica nel giugno del 1951 con una tesi sperimentale a cui aveva lavorato in laboratorio per più di due anni e per la quale ottenne il 110 e lode, iniziò subito a cercare un lavoro.

Iniziò a lavorare per l’azienda Richard Ginori, ma, al termine delle ore di lavoro, finiva sempre per andare in università in laboratorio. Ed è in laboratorio che sviluppò, insieme a Giulio Natta, Piero Pino e Giorgio Mazzanti, i brevetti per il polipropilene isotattico e le gomme etilene-propilene molto diffuse ancora oggi.

L’ingegnere ha trascorso quasi un secolo di storia e partecipato fino all’ultimo ai cambiamenti del settore chimico industriale. E’ stato anche presidente dell’Eni, ente nazionale idrocarburi. Oggi è divenuta una S.p.a, ma, inizialmente, nel 1953, era un ente pubblico. Dal1956 al 1970 insegnò al Politecnico di Milano Chimica Industriale al corso di Laurea in Ingegneria Chimica.

Scandalo Eni Petronim

Nel ’79  ricoprì il ruolo di presidente Mazzanti, proprio nel periodo in cui ci fu il famoso scandalo Eni Petronim. L’azienda pagò una tangente che venne suddivisa tra i alcuni partiti italiani e referenti arabi, per assicurarsi un vantaggioso contratto con una società saudita. Una situazione che lo travolse in piena seconda crisi petrolifera ed con un assetto politico estremamente delicato.

Poco prima, infatti, l’Italia subì il duro colpo della morte di Aldo Moro. Venne additato dal partito socialista, dagli onorevoli Bettino Craxi e Rino Formica. L’accusa era quella di voler utilizzare parte di quel denaro per pagare giornalisti e finanziare partiti. Mazzanti si unì alla loggia massonica P2, propaganda due, dichiarata, in seguito, illegale perchè segreta.

giorgio mazzanti
Giorgio mazzanti-Imilanesi.it

Una decisione che l’ingegnere ritrasse subito definendola un grande errore. Subito dopo, decise di lasciare il posto e dimettersi dalla carica. Le indagini degli investigatori non portarono mai ad acquisire prove sufficienti per poter iniziare un procedimento nei suoi confronti. Lavorò, poi, presso Montecatini, in qualità di direttore del settore ricerche e successivamente andò alla Montedison.

Qui ricopriva la carica di amministratore delegato ed era a capo della ricerca nel ramo della chimica. Si occupò sempre di energia e di industria. Divenne presidente anche della Tamoil, che era la fusione tra le stazioni italiane Anoco e Texaco. Queste, dopo essere state acquistate da un banchiere negli anni ’80, vennero fuse insieme.

All’età di 88 anni ancora lavorava

Fu anche consulente nella parte riguardante progetti innovativi del gruppo Erg, employee resourec group. Entrò nel commissariato formato per occuparsi di risanare grandi imprese per conto del ministero dell’Industria. All’età di 88 anni ancora lavorava ed entrò nella Synhelion, una società facente parte del Politecnico di Zurigo.

La sua mansione era sempre nel settore della ricerca. In quel caso per produrre combustibili con bassa emissione di anidride carbonica nell’atmosfera. Ha lavorato fino all’ultimo e risale a pochi mesi fa il suo ultimo brevetto.  Dopo molti anni, circa una trentina, dallo scandalo Eni, il giornalista Donato Speroni ha cercato di fare luce sui fatti. Ha curato e pubblicato un libro intitolato L’intrigo saudita. Speroni aveva lavorato presso l’ente nel settore relazioni con l’esterno ed ha raccolto varie informazioni.

Tra queste anche le testimonianze di un mediatore iraniano, Parviz Mina, che aveva usufruito della tangente. Ha ricostruito così la vicenda dimostrando l’innocenza di Mazzanti. All’interno del volume anche un’intervista all’ex presidente della repubblica italiana Francesco Cossiga. In questa lui aveva dichiarato che la tangente doveva servire ai sauditi per finanziare il movimento palestinese, con il consenso dei nostri servizi segreti.

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