I medici non gli avevano dato speranza di sopravvivere, se non per pochi mesi, ma grazie al gesto d’amore della sorella Adele, Sergio Bergamini – 70 anni – è sopravvissuto alla malattia.
L’intervento, durato oltre 11 ore, è perfettamente riuscito e ora i due sono diventati testimonial Aido (Associazione italiana per la donazione di organi).
Gli avevano dato tre mesi di vita. L’unica speranza di salvezza per la patologia epatica che lo aveva colpito era un trapianto di fegato. Così, la sorella si è sottoposta alle analisi per sapere se potesse donare parte del fegato al fratello malato. I riscontri medici sono stati positivi e Sergio Bergamini, macellaio 70enne in pensione, originario di Roveleto di Cadeo (Piacenza), ha iniziato la sua seconda vita, proprio grazie alla donazione della sorella.
L’intervento per la donatrice è durato 11 ore, 13 per il ricevente ed è stato effettuato al centro trapianti di Modena. Tre anni fa l’operazione che gli ha cambiato per sempre la vita e che gli ha permesso di riabbracciare la sua vecchia passione: la bicicletta. Da allora, i due fratelli, Sergio e Adele, sono diventati testimonial Aido (Associazione italiana per la donazione di organi).
Per quanto concerne l’operazione vera e propria, nel trapianto di fegato viene prelevato circa il 60% dell’organo e viene trapiantato nel paziente che deve ricevere, a cui è stato asportato quello malato. Il fegato è un particolare organo che è capace di rigenerarsi. In appena un mese riesce infatti a tornare alle dimensioni pre-intervento sia in chi lo ha ricevuto che in chi lo ha donato.
La durata delle operazioni può variare a seconda dei casi, ma si va da un minimo di 8 a un massimo di 13/14. Dopo l’intervento, il tempo di ospedalizzazione è di circa 6/7 giorni, a meno che non si verifichino complicazioni che possono insorgere nel 30% dei casi. La prima notte dopo l’intervento, il paziente è ricoverato nel reparto di terapia intensiva, dopodiché passa nel reparto normale di degenza.
Il donatore potrà tornare a una vita normale dopo 4/6 settimane.
Un intervento rivoluzionario è stato eseguito nei giorni scorsi all’ospedale Niguarda di Milano, dove è stato trapiantato il primo cuore artificiale a un paziente che era affetto da un grave scompenso cardiaco. L’operazione consentirà al paziente di avere una qualità della vita migliore, in attesa che venga effettuato il trapianto cardiaco vero e proprio. Nel nostro Paese la lista d’attesa per i trapianti di cuore è di circa tre anni, ma la speranza è che il cuore artificiale possa a breve sostituire quello umano, soprattutto per i pazienti con particolari controindicazioni per il trapianto di cuore.