Gli agenti delle forze dell’ordine hanno sgomberato questa mattina gli squatter del Pirata Riot Club da uno stabile di via Leningrado
In via Leningrado questa mattina, intorno alle 7.00, i carabinieri e la polizia si sono ritrovati in zona Bonvisa, per sgmoberare un edificio occupato dagli squatter del Pirata Riot Club. Le persone allontanate sono una ventina circa. Gli occupanti non hanno fatto resistenza, probabilmente anche perché sono abituati a queste operazioni.
Le loro azioni di squatting, ossia occupazione, sono già avvenute molte volte in passato. Il Progetto politico, artistico, sociale e culturale pirata di Milano iniziò la prima occupazione già nel 2003 e da allora ha collezionato innumerevoli sgomberi con una ciurma in continuo assestamento ed evoluzione.
Più di otto anni fa vi era stata l’occupazione di una caserma di via Mameli ed anche una struttura a Baranzate. Si trattava di una cascina in stato di abbandono, dove gli anarchici si erano accasati dopo aver spezzato un catenaccio. Le forze dell’ordine erano intervenute alle otto e mezza di un martedì mattina.
Il sindaco del posto, Adriano Alessandrini firmò l’ordinanza di sgombero, con la motivazione della mancanza di sicurezza e di igiene. L’ultima decisione spettava, però, alla Prefettura che poi dispose di procedere. Anche la polizia locale sosteneva che il posto era troppo pericoloso e pericolante per soggiornarvi.
La proprietaria, peraltro, risultava essere un’azienda fallita che difficilmente avrebbe sporto denuncia. Dopo di questi si erano insediati in una cascina di Segrate sempre in provincia di Milano e poi in un edificio a Rho. Fu la Questura a disporre la liberazione di quest’ultimo, che si trovava in via Risorgimento.
Era mercoledì 30 marzo del 2015, i pirati avevano preso possesso dell’abitazione da più di un mese. L’azione delle forze dell’ordine avvenne nella mattinata. L’immobile venne sgomberato dai militari senza alcun disordine e riconsegnato alla società Enel, che ne era la legittima proprietaria.
Nel frattempo però il gruppo si era già riorganizzato entrando nell’ ex sede del terzo Reggimento bersaglieri, l’unità più decorata d’Italia. Questo aveva creato parecchi malumori, in particolare nelle frange della destra milanese. In tutta risposta gli squatter, avevano dichiarato di voler far rivivere uno stabile abbandonato grazie ad attività ed iniziative sociali.
Il 30 novembre del 2016 invece fu la volta di una palazzina di via Bruni sempre nel capoluogo lombardo, all’interno del quartiere Dergano. Anche in quel caso la liberazione è avvenuta con l’intervento dei militari che hanno fatto irruzione nell’ex sede del centro sociale Brancaleone. Gli attivisti si earno allontanati ed avevano diffuso la notizia sul loro profilo social.
Lo stabile, composto da un cortile e vecchi magazzini, era di proprietà di una famiglia milanese ed era occupato dalla fine dell’estate. Si trattava dell’ottavo sgombero in due anni. Nel dicembre 2019 i pirati avevano abitato abusivamente anche una palazzina in via Cozzi 1, in zona Greco.
Gli agenti erano entrati alle sette del mattino e durante il blitz due irriducibili si erano posizionati sul tetto per protestare. Ma anche loro infine avevano alzato bandiera bianca ed erano scesi. In tutto c’erano 14 persone, tra le quali 9 uomini e 5 donne. Con loro anche 5 cani.
Gli attivisti avevano postato sulla loro pagina social che stavano portando via tutte le loro cose dai quattro appartamenti al primo piano, dai tre al secondo e poi anche dal seminterrato che avevano trasformato in sala ricreativa. Anche nel cortile c’erano un furgone, una roulotte e tre auto.
Il vicinato aveva fatto parecchi esposti anche per i rumori notturni dovuti a feste interminabili. Era stato il questore a dare il via all’irruzione per tutelare l’ordine e la sicurezza. Sul posto erano arrivati gli agenti della Digos, del Reparto mobile della polizia di Stato, i Carabinieri, la polizia locale ed il personale Atm.
Qualcuno dei cittadini si era mostrato solidale con i pirati. La proprietà apparteneva ad una società immobiliare che aveva già sporto denuncia. Sul caso era intervenuto anche Matteo Salvini ringraziando le forze dell’ordine e tutti gli operatori.