Il Comune di Milano sta facendo il possibile per abbassare i prezzi delle case in affitto, visto che la situazione non è più sotto controllo e va a creare instabilità, incertezza e difficoltà economica a tutti.
Dopo la protesta avviata dagli studenti che hanno dormito in tenda, fuori dalle università denunciando una situazione assurda, inaccettabile, a Palazzo Isimbardi ieri pomeriggio si è svolto un incontro a cui hanno partecipato 133 comuni appartenenti alla provincia, studenti, lavoratori e proprietari immobiliari oltre che ovviamente i sindacati.
Si sono incontrati tutti quanti per cercare di trovare una soluzione adeguata al problema del caro affitti.
Il canone concordato ad oggi non ha funzionato, ma non bisogna arrendersi a primo ostacolo. Molti comuni hanno trovato un accordo che per adesso non è servito a nulla. Ecco perché si è deciso di coinvolgere anche i piccoli proprietari, per fissare delle tariffe volte a calmierare i prezzi, che se oggi sono alti, domani probabilmente saranno altissimi.
L’assessore alla casa del Pierfrancesco Maran ha indicato questa rotta da seguire per trovare la soluzione agli affitti che stanno esasperando gli Universitari, i lavoratori e le loro famiglie. Nonostante l’inizio non sia stato dei migliori, con il canone concordato i proprietari non possono oltrepassare la soglia stabilita. In cambio gli viene anche riconosciuto uno sconto sulle tasse, il che non è altro che vantaggioso per tutti.
Le fasce di locazione per il momento sono cinque, per qualcuno sono poche, per qualcun altro sono abbastanza. Adesso bisogna fissare una cifra che dia a tutti la possibilità di trovare casa senza far alzare il valore immobiliare. La prossima settimana ci saranno due tavoli, uno tecnico per scrivere l’accordo e l’altro per organizzare le fasce e le cifre giuste per evitare che ogni proprietario alzi i prezzi e che gli universitari tornino ad una situazione fuori controllo.
La bozza senza cifra è stata già presentata, per adesso bisogna ragionare sui vantaggi e sulle fasce. Successivamente si penserà al resto. Il canone concordato è un inizio, ma non è tutto. Anzi è molto poco per cui bisognerà adoperarsi per fare qualcosa di più. Per il sindacato inquilini per esempio bisogna analizzare il territorio, studiare in maniera dettagliata i dati sulla collocazione degli immobili e poi rendere lo strumento appetibile ai proprietari. Magari inserendo agevolazioni fiscali, che possano incentivarli a portare avanti il progetto.
Quel che è certo è che bisogna lavorare e collaborare, per rilanciare il mercato con il canone concordato, allo stesso tempo decongestionare la città e calmierare i prezzi che stanno mettendo in difficoltà molte persone e famiglie. Tra l’altro se si riesce a trovare un accordo in questo modo si può anche contrastare il problema degli affitti in nero garantendo a tutti i i lavoratori e agli studenti un periodo lungo e sicuro di locazione a prezzi nella norma.