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Cronaca

Il Glicine di Milano potrebbe essere salvato

Il Glicine di Milano potrebbe essere salvato da un intervento unanime del Consiglio Comunale del Capoluogo Lombardo. Ma è ancora presto per dire l’ultima parola, bisogna attendere per scoprire quale sarà la decisione definitiva presa dall’organo competente.

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Ad essere protagoniste dell’intervento del comune di Milano sono le alberature e i tigli di Piazzale Baiamonti che presto potrebbero essere abbattute per lasciare spazio al museo della Resistenza.

La prossima costruzione sarebbe una piramide sorella della sede di Microsoft e fondazione Feltrinelli che toglierebbe spazio al verde. La struttura prenderebbe il posto del benzinaio chiuso da molto tempo.

L’ordine di Samuele Piscina della Lega e da Marco Fumagalli appartenente alla lista Sala ha ottenuto l’approvazione immediata dei consiglieri

I consiglieri giovedì sera hanno approvato l’ordine presentato da Samuele Piscina della Lega e da Marco Fumagalli appartenente alla lista Sala. L’ordine in questione è stato tra  l’altro appoggiato e sostenuto con forza dalla maggior parte del centro-destra.

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A questo si aggiunge anche una petizione che è stata avviata su Change, che ha raggiunto nell’arco di poche ore ben 40.000 firme tra cui quella di Giovanni Storti, uno dei personaggi noti del mondo dello spettacolo.

Chi è Lea Garofalo ricordata con il giardino nato a Milano in suo ricordo

A seguito di tutto ciò il Glicine che rischiava di essere abbattuto e che occupa 300 metri quadri, che si trova nello spazio del circolo combattenti e reduci, potrebbe essere messo in salvo. Invece i quattro tigli, si trovano nel giardino dedicato a Lea Garofalo che molti conosceranno come vittima della mafia. Nata nel 1974 e uccisa nel 2009 è stata vittima della ‘ndrangheta. Uccisa per essere stata testimone di giustizia italiana.

Lea Garofalo venne sottoposta a protezione nel 2002, quando decise di testimoniare sulle faide tra la sua famiglia e quella dell’ex marito Carlo Cosco. Interrogata dal PM Antimafia Salvatore Dolce raccontò delle attività di spaccio dei fratelli Cosco con l’aiuto e il sostegno del Boss Tommaso Cerrado.

Nel 2009 Cosco attirò l’attenzione dell’ex compagna che era ormai uscita dallo speciale programma di protezione a Milano con la scusa di dover discutere del futuro della figlia Denise. Invece venne uccisa da Vito Cosco detto Sergio in un appartamento di Milano in assenza della figlia. Massimo Sabatino, Rosario Curcio e Carmine Venturino si liberarono del suo corpo che venne portato a San Fruttuoso, un quartiere di Monza, dove poi venne dato alle fiamme fino alla completa distruzione avvenuta in 3 giorni.

Museo della resistenza, la costruzione sarà finanziata dal ministero della Cultura

La costruzione del museo della Resistenza sarà finanziata interamente dal ministero della Cultura a cui si dovrà rivolgere il Comune di Milano per provare a salvare gli alberi che sono il punto di forza di Milano e della zona in cui sono situati. La natura è fondamentale, tutto ruota attorno al verde, agli alberi dai giovani ai secolari. Per questo bisogna fare il possibile per difenderla e proteggerla a 360°.

Published by
Giusy Pirosa