Secondo il Qs ranking by subject alcune università italiane hanno raggiunto ottimi risultati, tra le più accreditate il Politecnico di Milano
L’Italia ha una lunga sotoria in fatto di Università. Già nel medioevo, infatti, Bologna ospitava l’Alma Mater Studiorum, fodata nel 1088. Seguita, poi, nell’arco di qualche anno, da Padova e la sua Università omonima, e Napoli, nel 1224, grazie a Federico II di Svezia, fino ad arrivare nel 1434 a Catania con La Sicilia Studium Generale.
Nei secoli se ne sono aggiunte tantissime e in tutte le città. Ciò che è importante per una nazione non è, però, il numero, ma la qualità che si offre agli studenti. Ogni anno si stila una classifica internazionale che dà molta importanza alla preparazione e che è molto utile per i docenti di altri atenei e per i futuri datori di lavoro.
Per l’anno in corso l’Italia ha poco da invidiare agli atenei degli altri paesi. Secondo la classifica di Quacquarelli Symonds, il 40% delle nostre Università si posizionano tra le prime 300 per la ricerca. Questo ci dice che l’Italia possiede un solido ambiente scientifico, ed è meglio di qualsiasi altro paese europeo.
Nonostante il buon risultato, si deve anche dire che l’Italia, rispetto all’anno scorso, ha perso qualche posto. Sui 41 atenei classificati, 6 sono migliorati, mentre 21 peggiorati, i restanti 14 sono rimasti stabili. Bologna, infatti, arretra di un posto, da 166esima diventa 167esima. Roma con la Sapienza rimane al 171esimo posto, Padova da 242esima arretra di un posto occupando il 243esimo posto.
La Statale di Milano, quinta, perde addirittura 9 posizioni piazzandosi al 334esimo posto. Uno dei punti a sfavore delle nostre Università e che le vede, di conseguenza, arretrare è il rapporto studenti-docenti. Le aule sono, infatti, mediamente molto affollate e questo è un fattore che non va sottovalutato.
Altro fattore che non è ancora preso in considerazione da QS, ma che lo sarà in futuro è quello dell’occupazione dei laureati. Soltanto tre atenei italiani sono tra i primi 500 al mondo. I migliori sono la Sapienza di Roma con il suo 209esimo posto, Bologna, 322esima e il Politecnico di Mialno che occupa il 328esimo posto.
Quest’anno, nella lista stilata da QS World University Rankings 2023, proprio il Politecnico di Mialno si posiziona al primo posto come miglior ateneo italiano. Recupera, così, ben 3 posizioni arrivando 139esimo. Le prime dieci posizioni sono occupate dagli atenei americani ed inglesi. La prima Università è il Mit. Seguono Cambridge e Stanford.
Il Politecnico di Milano, guidato da Ferruccio Resta, copre il 12esimo posto per l’inegneria civile e al settimo per la meccanica e l’aeronautica, all’ottavo per il designe e al decimo per l’architettura. La Bocconi ricopre il settimo posto per quanto riguarda il business and management e prima al mondo per gli studi classici si conferma la Sapienza di Roma.
Oltre al grande e meritato successo del Politecnico di Milano, va sottolineato il fatto che, negli ultimi sei anni, gli atenei italiani hanno scalato la classifica di ben 48 posizioni. L’ottimo risultato è dovuto sia alla reputazione presso 151mila referenti accademici sia al giudizio dei datori di lavoro privati, grazie al quale ottiene l’80esimo posto al mondo nell’employer reputation.
Secondo l’opinione del Rettore, che ricopre anche la carica di presidente della Conferenza dei rettori, tali risultati se pur buoni, non sono ancora ottimi. Da qui si può, però, ripartire ponendosi un nuovo obiettivo, cioè quello di entrare a far parte dei primi 100 atenei al mondo. E per raggiungere tale obiettivo serviranno riforme strutturali che premino l’eccellenza e che siano in grado di rendere le nostre università interessanti a livello globale.