Nel parco agricolo sud di Milano esiste una trattoria che serve pollo alla diavola secondo un’antica ricetta.
L’antica trattoria del Gallo si trova a Gaggiano alle porte di Milano. E da poco è entrata a far parte della Guida Osteria d’Italia di Slow Food. Una storia lunga ben 150 anni. Il piatto forte è il suo pollo alla diavola.
Una ricetta, così come spiega anche Paolo Reina, proprietario della trattoria dal 1990, che è rimasta tale e quale come un tempo. E con la ricetta non è nemmeno cambiato lo spirito della trattoria stessa.
Il titolare non nasconde la difficoltà di portare avanti il suo locale in questo particolare periodo storico. Ma dopo 33 anni di lavoro si sente di dire di avere compreso che avere portato avanti la Trattoria del Gallo non è solo cucina, ma è storia, e tutto ciò che è passato in questi 150 anni.
Il menù non è cambiato tantissimo. Negli anni ’50 si preferivano i pesciolini le rane e l’arrosto di carne. Negli anni ’70 si proponeva il menù fisso con gli affettati e il cotechino, i ravioli e il pollo.
Cucina semplice e genuina
La cucina, in quegli anni, era rigorosamente a chilometro zero perché si cucinava quello che si aveva. E nella trattoria del Gallo oggi come allora la cucina è semplice e genuina e il lavoro è rivolto soltanto al cliente.
È un “luogo sincero dove si lavora e basta”. Secondo il titolare è arrivato il momento di tornare alle origini perché nessuno ha più voglia di stare a tavola per tre ore. Parla anche del recente riconoscimento.
Un premio che riconosce il loro lavoro sempre diverso ogni giorno. E la questione del prezzo oggi è vista in modo diverso. Infatti il Gallo era rimasto fuori dalla guida a causa delle loro politiche del prezzo.
Ora le materie prime di qualità non vengono più recuperate in natura da qualche parente. Nelle cucine raramente ci sono le zie, le mamme o le nonne. I costi, di conseguenza, cambiano continuamente e ricadono sul cliente finale.
Sul menù si trova sempre il piatto forte: il pollo alla diavola. Si tratta di una buona porzione, ben mezzo pollo che proviene da allevamenti delle Marche. L’impiattamento è semplice, ma è quello che viene richiesto dai clienti.
1870
C’è poi sempre il cotechino con le lenticchie, gli affettati le lumache alle erbe, il baccalà mantecato con polenta e peperone e la zuppa di stagione, i ravioli di vitello, gli gnocchi, il risotto con ragù di vitello e tutti gli arrosti di carne.
Compresa la cotoletta milanese che non può mancare. Una storia che continua a partire dalla sua nascita nel 1870 e che, per tre generazioni è stata gestita dalla famiglia Gerli.