Sala si fa portavoce di 7 sindaci e vola a Bruxelles per trovare una soluzione alla questione del riconoscimento dei bimbi di coppie gay.
E’ di qualche giorno fa la notizia che alle coppie omogenitoriali non è più permesso registrare i propri figli da parte di tutti e due i genitori. Naturalmente le famiglie interessate, e non solo, sono scese in piazza per reclamare i propri diritti tolti all’improvviso. Prima la richiesta di un incontro urgente con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, oggi il sindaco di Milano Sala è al Parlamento europeo per spiegare che cosa comporta il blocco della registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali.
La questione delle trascrizioni dei figli di coppie omogenitoriali va vista in un’ottica più ampia, cioè quella sui diritti della comunità Lgbtq. La battaglia ora in atto potrà essere vinta, sempre secondo il sindaco milanese, solo se ci sarà un’opposizione unita. Il centro-destra, continua il sindaco, è, in questo momento, molto unito, ma non è detta l’ultima parola. Ricordiamo che Sala, in carica da 7 anni, ha visto susseguirsi ben 6 governi diversi.
Programma della giornata
Secondo il programma, Sala ha prima incontrato il gruppo dei Verdi europei per aggiornarli su quanto sta succedendo in Italia. Subito dopo ha tenuto una conferenza stampa insiema alla copresidente dei Verdi Therry Reintke, il capodelegazione del Pd Brando Benifei e l’olandese Catharina Rinzema del gruppo di Renew.
Di fatto il sindaco di Milano si è fatto portavoce di altri 7 sindaci delle città di Roma, Torino, Napoli, Bologna, Firenze e Bari. La loro è una richiesta di aiuto affinchè venga tolto lo stop alle nuove disposizioni governative. Nell’attesa di una risposta risolutiva, Sala fa sapere che tornerà a trascrivere i bimbi all’anagrafe.
Nel corso della conferenza stampa ha sottolineato che ha bisogno del sostegno di Bruxelles perché i diritti dei bambini vengono prima di qualsiasi altra cosa. Diverso è il problema della maternità surrogata che divide, ancora oggi, il suo partito, ma per il resto è arrivato il tempo di agire.
Il tema che ha proposto il sindaco al Parlamento Europeo può sembrare marginale a molti, a fronte di altre questioni più urgenti e gravi. Il primo cittadino ha spiegato che il tema gli sta molto a cuore, soprattutto dopo avere incontrato alcune di queste famiglie. Nel momento in cui ha ascoltato le loro storie, ha compreso quanto sia importante prendere in mano la situazione e trovare la soluzione giusta.
Non è una questione di numeri
Del resto, i numeri non sono nemmeno così elevati. Sono solo poche decine le famiglie ancora in attesa di registrare i propri figli. Secondo il sindaco milanese la questione è anche un’altra: il nostro paese ha fatto un notevole passo indietro in fatto di civiltà. Infatti conclude:
“…ma questo esserci fermati così bruscamente ha creato oggettivamente un problema significativo nella nostra comunità”.
Le parole del primo cittadino di Mialno non sono cadute nel vuoto. La co-presidente dei Verdi Terry Reintke ha infatti tenuto a precisare che quello italiano non è un caso isolato. Si tratta di una ripercussione contro tutta la comunità Lgbtq e contro tutte le minoranze. A volte, sottolinea la Reintke, certe decisioni servono anche solo per distrarre l’opinione pubblica da altre questioni politiche.