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Economia e Lavoro

Il tasso di disoccupazione a marzo scende al 7,8%

A marzo il tasso di disoccupazione in Italia è sceso almeno del 7,8%, una percentuale che a primo impatto può sembrare bassa ma che in realtà non lo è affatto. 

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Vuol dire infatti che i disoccupati giovanili sono diminuiti rispetto a prima, in maniera importante.  Purtroppo rimane stabile il numero degli inattivi, fermo al 33,8% da mesi.

Gli occupati in Italia sono il 60,9%, una percentuale abbastanza alta che probabilmente nel corso dei prossimi mesi andrà ad aumentare.

I dati rilasciati dall’Istat sono chiari, ecco cosa sta succedendo

L’Istat certifica il tutto e sottolinea che tra 15 e 64 anni, il numero degli inattivi è alto, si tratta sia di uomini che di donne che probabilmente preferiscono non lavorare o che lavorano occasionalmente senza contratti regolari. Ad ogni modo il numero importante, che colpisce maggiormente, ha a che fare con il mese di marzo. In un solo mese, 22.000 unità per un totale di 23 milioni e 149.000 lavoratori si sono occupati in un qualunque settore.

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Facendo un confronto rapido con il mese di marzo del 2022, 297.000 unità in più lavorano. L’occupazione aumenta sia per gli uomini che per le donne di qualsiasi classe e qualsiasi età tranne che per quanto riguarda   LA fascia di età che va dai 25 ai 34 anni dove l’occupazione risulta essere in calo.

Il primo trimestre del 2022 e il primo del 2023, sono andati diversamente per i vari lavoratori

Se si confronta il primo trimestre 2023, con il primo del 2022, l’incremento degli occupati è dello 0,4%, che corrisponde a 90.000 persone in più che lavorano. L’aumento dei numeri dell’occupazione si vanno ad associare all’aumento delle persone che cercano ancora lavoro che rappresentano 12.000 unità ovvero lo 0,6%.

Rispetto all’anno scorso, è diminuito anche il numero delle persone che vanno in cerca di lavoro, numero adesso fermo a 106.000 unità ovvero al 5,9%. Probabilmente adesso con il nuovo decreto lavoro, accettato durante la riunione avvenuta giorno 1 maggio 2023, le cose cambieranno in meglio per tutti. Bisogna considerare il fatto che il prossimo anno si dirà addio al reddito di cittadinanza. Ma è anche vero che si darà il via al reddito di inclusione. Chi non ha ancora trovato lavoro forse lo farà ben presto e avrà anche modo di attingere dai fondi dello Stato che in qualche modo darà a tutti il suo supporto.

Published by
Giusy Pirosa