Tutte le accuse rivolte a personaggi politici coinvolti nell’inchiesta covid sono state archiviate, lo stesso per il presidente Fontana.
Le accuse principali verso tutti gli imputati sono cadute, rimane solo un capo d’imputazione. Attilio Fontana, presidente della regione Lombardia, era finito sotto inchiesta per epidemia e omicidio colposi risalenti al periodo covid.
La stessa inchiesta era toccata all’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed all’ex ministro della Salute Roberto Speranza. Per tutti, l’autorità giudiziaria bresciana ha disposto l’archiviazione dei capi di accusa, che tempo fa era stata richiesta dal procuratore.
Richiesta fatta nei confronti del presidente della regione, dell’ex assessore al Welfare Giulio Gallera e di altri 11 indagati rispetto alla gestione della così detta prima ondata, dell’epidemia covid, in Val Seriana. Tra questi anche alcuni componenti del comitato tecnico scientifico, che dovevano occuparsi della comprensione dei fatti.
Tredici gli indagati nell’inchiesta sul covid
Agostino Miozzo, Silvio Brusaferro, Claudio D’Amario e l’ex capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Tutti imputati per lo stesso reato, ossia epidemia ed omicidio colposi. L’atto ha avuto inizio con l’inchiesta del pubblico ministero di Bergamo.
Tredici indagati in tutto che la Procura aveva trasmesso a Brescia per una questione procedurale. Ieri, lunedì 24 luglio, i giudici bresciani hanno deciso di archiviare le posizioni ed i capi di accusa verso tutti. La motivazione è l’insussistenza dei suddetti reati, contestati in quattro capi di imputazione.
I giudici, però, hanno restituito gli atti alla Procura affinché proceda in forma ordinaria per un’imputazione. Quella, cioè, relativa alla mancata applicazione, anche in ambito regionale, del piano pandemico predisposto dal DPCM nel 2006, accusa per la quale non vi è ipotesi di concorso da parte di Conte e di Speranza.
Negata anche la validità della consulenza fatta da Crisanti, sulla quale il pubblico ministero aveva fondato le accuse. Il pool di tecnici era stato affidato, dalla procura di Bergamo, al noto microbiologo di fama internazionale che ricopre la carica di senatore del partito democratico.
Nella relazione consegnata alle autorità giudiziarie, gli studiosi avevano evidenziato la superficialità regionale e nazionale con gravi errori e false dichiarazioni. In particolare per la zona bergamasca della Val Seriana, dove, a fine febbraio della prima ondata covid, non era attiva la zona rossa.
Archiviate le accuse per omicidio colposo
Questo, secondo i consulenti, aveva causato migliaia di vittime in più. Le misure restrittive tempestive anche nei comuni di Alzano e Nembro avrebbero marginato e limitato i decessi della popolazione. Il Tribunale di Brescia ha giudicato la nullità di queste dichiarazioni ritenendole solo congetture prive di basi scientifiche.
Questo ha dato modo di archiviare le accuse per le suddette zone nei confronti di Fontana. Ben 34 pagine di motivazione che sono come quelle date per l’archiviazione delle accuse nei confronti di Conte e Speranza. Tra queste il Tribunale scrive che Crisanti non è stato in grado di rispondere circa il nesso di causa tra la mancata attivazione della zona rossa e la morte di molte persone.
Le contestazioni di omicidio colposo sono teoriche e non hanno alcun riscontro. E per quanto riguarda l’accusa di epidemia colposa, per l’omessa applicazione di un piano pandemico, i giudici hanno motivato la decisione scrivendo che il piano stesso non era adeguato ad affrontare la pandemia da Sars-CoV-2. Questa coinvolgeva, infatti, “l’intera umanità ed era irrealistico ipotizzare che fosse cagionata dalle asserite condotte omissive“.