Un imprenditore è stato arrestato a Milano per bancarotta fraudolenta. Gli indagati sono in totale 11.
Sono stati sequestrati 800 mila euro e 1.200 spazi pubblicitari divisi in diverse regioni italiane.
Nella giornata di ieri un imprenditore milanese, è finito agli arresti domiciliari a seguito dell’esito delle indagini condotte dalla guardia di finanza di Catanzaro, con la collaborazione della procura locale.
5 delle persone indagate, su 11, non potranno esercitare attività per un anno
Al titolare dell’impresa che oggi risulta essere risiedente nel Milanese, è stato vietato l’esercizio di qualsiasi attività per almeno un anno. La stessa misura è stata applicata a 5 degli 11 indagati.
Il GIP di Catanzaro con un’ordinanza ha dato il via al sequestro di alcuni cartelloni stradali posizionati in Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Sardegna, e infine Lombardia.
La conclusione delle indagini spiega cosa è successo nel corso di questi ultimi mesi
La società sulla quale gli agenti hanno indagato per mesi, all’inizio aveva la sua sede principale a Milano. Dal 2015 dopo essere stata messa in liquidazione però è stata trasferita nello studio di Catanzaro di un professionista, il quale aveva precedentemente dichiarato fallimento.
L conclusione delle indagini è stata la contestazione della bancarotta fraudolenta. Questo perché l’azienda dichiarata fallita continuava in qualche modo a lavorare sottobanco commettendo reati importanti. Durante la liquidazione e la preliquidazione alcuni dei beni sono stati ceduti all’azienda fallita e ad altre società. Queste società risultavano essere sempre degli stessi proprietari.
Alla fine, tutte queste operazioni hanno danneggiato i creditori. la liquidazione dei debiti ammontava a 8,5 milioni di euro nei confronti dello stesso erario. Il modus operandi era stato ben studiato dalle persone che adesso risultano essere indagate.
Bancarotta fraudolenta danneggia creditori. Chi ha commesso i reati adesso pagherà per quanto fatto
La tecnica era stata progettata principalmente per lavorare senza dare nell’occhio e mettere in salvo il bottino andando principalmente a favore di tre soggetti giuridici collegati collegati tra loro. Questi soggetti, scoperti durante le indagini, operavano principalmente nel settore della pubblicità.
La bancarotta fraudolenta ha ovviamente danneggiato i creditori. Adesso le persone indagate dovranno pagare le conseguenze dei reati commessi. Scopriremo nel corso delle prossime settimane, quali saranno le pene decise dai giudici.