Ieri, 17 Maggio, è stata la Giornata mondiale contro l’omofobia. In questa occasione così speciale, è stato reso noto il programma di Milano per l’imminente giugno, designato come il Pride Month (Mese dell’Orgoglio)
Le Nazioni Unite hanno designato il 17 maggio come Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. Non è una data scelta a caso. In questo giorno, infatti, nel 1990 l’omosessualità è stata depennata dalla lista del DSM o Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
Per celebrare questa occasione così importante, l’Arcigay di Milano ha annunciato una serie di iniziativa che si terranno durante l’imminente Giugno, designato da tempo come il Pride Month, ossia il Mese dell’Orgoglio.
Il Mese dell’Orgoglio, conosciuto anche come Pride Month, è un momento speciale in cui le persone di tutto il mondo si riuniscono per celebrare la diversità e l’inclusione nella comunità LGBTQ+. Milano, una città rinomata per la sua moda, cultura e apertura mentale, non fa eccezione. Durante il Pride Month, il capoluogo lombardo si trasforma in un calderone di eventi, feste e manifestazioni che promuovono la visibilità e il sostegno ai diritti LGBTQ+.
La celebrazione culminerà sabato 24 giugno con la Marcia del Pride, una parata festosa e colorata che attraversa le strade del centro città. Partità dalla Stazione Centrale attraversando le vie della città per finire all’Arco della Pace . Lì prenderà vita l’evento di chiusura con gli attivisti, le associazioni, le istituzioni e artisti che si battono per la comunità Lgbtq+.
Nei giorni precedenti, 22 e 23 giugno, verranno istituite le Pride Square nel quartiere di Porta Venezia, ossia tre piazze dove si susseguiranno dibattiti, iniziative e incontri sul tema principale dei diritti sociali e dell’inclusività. L’obiettivo di questi eventi è creare un senso di appartenenza e promuovere la consapevolezza sull’uguaglianza di genere e l’accettazione di tutte le persone.
Le istituzioni di Milano svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere il Pride Month e promuovere l’inclusione LGBTQ+. Il Comune organizza una serie di iniziative, lavorando a stretto contatto con associazioni e organizzazioni.
C’è ancora tanto lavoro da fare. Secondo la Rainbow Map, ossia la classifica di 49 Paesi europei che mette in risalto le condizioni delle persone Lgbtq+ considerando i crimini d’odio, discriminazione, riconoscimento legale, famiglia, asilo politico e spazio civile, l’Italia è messa malissimo. Scivola al 34° posto, addirittura dietro l’Ungheria di Orban.