In Lombardia più di 15.000 studenti ogni anno scelgono di abbandonare gli studi. La facoltà più difficile risulta essere ingegneria, dove gli abbandoni sono circa il 9% del totale.
15.000 studenti alzano la bandiera bianca tutti gli anni nelle Università di tutta la Lombardia. Nel 2021-2022 in tutta la nazione il tasso di abbandono si è fermato al 7,3% ed è stato il più alto di tutti gli ultimi dieci anni.
Considerando il fatto che nel 2011/2012 il tasso era al 6,3% la situazione risulta essere grave e preoccupante. Per cui bisogna correre ai ripari.
Le percentuali di abbandono variano in base alle facoltà e agli atenei. In molti casi, per fortuna aumentano gli iscritti e diminuiscono i ritiri ma sono sempre e comunque troppi. Per cui si cerca di creare dei servizi ad hoc che possano provare risolvere la situazione in breve tempo.
Per quanto riguarda il Politecnico nel 2021-2022, la percentuale degli abbandoni più bassi risultava essere quella della facoltà di design. In questo caso la percentuale era ferma al 6,58%.
Per quanto riguarda la Facoltà di Architettura la percentuale sale all’8,14%, ingegneria arriva addirittura al 9,2%. In questo caso la situazione è migliorata di anno in anno, dato che nel 2000 si parlava del 30% degli abbandoni, ma quasi il 10% dei ritiri non è assolutamente soddisfacente o incoraggiante.
Anche per quanto riguarda la Statale gli abbandoni sono scesi, tra rinunce e trasferimenti i numeri sono positivi ma non ancora abbastanza. La Bicocca sottolineata che nell’anno 2021-2022 le matricole che hanno lasciato il percorso di studi iniziato da poco hanno fatto alzare la percentuale a 7,6%.” Il numero è in linea con la media nazionale ma è alto.
Ad ogni modo in alcune università sono state adottate delle strategie e attivati dei servizi di counseling psicologico per cercare di capire perché gli studenti e le studentesse tendono ad abbandonare il percorso di studi in anticipo. In questo modo si prova ad aiutare il singolo e a spingerlo a continuare trovando semplicemente il metodo giusto per farlo.
Nelle università private la situazione è nettamente migliore. Prendiamo come esempio la Bocconi dove la percentuale di abbandoni è minima e rimane ferma all’1,6%. Qui si sta cercando di capire perché succede tutto questo e forse si è anche arrivati ad una conclusione.
La risposta che le università private hanno dato agli abbandoni è il tutorato, che risulta essere fondamentale per gli studenti e per le studentesse del primo anno. Questi ne usufruiscono per tutto il trimestre, vengono seguiti e così imparano un nuovo metodo di studio e il metodo perfetto per la gestione dell’ansia.
Coloro che non superano l’esame vengono anche ricontattati per cercare di capire cosa non ha funzionato e invitati a rivedere insieme alcuni passaggi nello studio che potrebbero essere la causa del fallimento. Nelle università private della Lombardia tutto funziona alla perfezione, Probabilmente questa metodologia dovrebbe essere applicata anche a tutte le altre università.