Inchiesta Covid a Bergamo: parla Fontana 

Inchiesta Covid a Bergamo: parla Fontana. Nonostante siano passati più di due anni dall’inizio della pandemia da Covid-19. sono ancora tanti i punti su cui c’è poca chiarezza. Qualche ora fa il presidente della Regione Lombardia ha dichiarato di essere pronto a farsi interrogare proprio sulla sua decisione della mancata zona rossa.

Attilio Fontana
Attilio Fontana-Imilanesi.it

Nonostante il passare degli anni sono presenti ancora dei “buchi” e delle incertezze rispetto a ciò che è successo proprio durante quei primi momenti della pandemia. Insomma sono tante le cose successe in quei momenti di panico in cui si doveva decidere cosa fare per fronteggiare una situazione del tutto nuova. Molti chiedono chiarezza proprio rispetto alle zone rosse che, come sappiamo, dovevano essere imposte dai presidenti di regione. Nel mirino c’è anche il presidente Fontana soprattutto perché sembra che abbia deciso di non istituire la zona rossa quando doveva.

Inchiesta Covid a Bergamo: cosa è accaduto

Seppur siano passati più di due anni dall’inizio del Covid-19, sembra ieri. Sicuramente è stato devastante vivere quei momenti di timore e di paura in cui tutta la nostra salute sembrava essere a rischio. Insomma  sono quasi tre anni che il Covid-19 fa parte delle nostre vite anche se, sicuramente, qualcosa è cambiato e anche in senso positivo. Ormai tutta la nostra vita è tornata alla normalità, seppur con le dovute precauzioni. Eppure ci sono ancora dei punti da chiarire.

Come la maggior parte delle persone saprà, il presidente della Regione Lombardia, Fontana, è tra la lista degli indagati della Procura di Bergamo per non aver dichiarato e istituito la zona rossa in Val Seriana durante la prima ondata del Covid-19, ad inizio Febbraio 2020.

Si tratta di una notizia nota su cui si cerca ancora di fare chiarezza e su cui il giudice deve ancora pronunciarsi in modo definitivo. Nonostante ciò, qualche ora fa ha fatto molto parlare la notizia secondo cui proprio il Presidente Fontana avrebbe chiesto  di essere interrogato per far luce su questa vicenda.

La sua decisione, quindi, lo porterà a dover testimoniare davanti il Tribunale dei Ministri di Brescia e dovrà difendersi da quelle che sono le accuse al momento ossia di epidemia e omicidio colposo.

Inchiesta Covid a Bergamo: le accuse a Fontana

È di poche ore fa, dunque, la notizia diffusa proprio da Fontana in cui dichiara di essere pronto a testimoniare per fare luce sull’accaduto e sulle accuse a lui rivolte. Accuse circa la gestione dell’emergenza sanitaria conseguente all’arrivo del Covid 19.

Covid 19
Covid 19-Imilanesi.it

Si tratta ovviamente di accuse forti che però trovano ragione proprio nella prima ondata del Covid e nel modo in cui Fontana ha deciso di gestire tale situazione soprattutto in Val Seriana.

Quello di cui Fontana è accusato è che proprio la mancanza dell’istituzione della zona rossa in tale zona e, nello specifico per i due comuni di Alzano Lombardo e Nembro, abbia poi procurato una vera e propria epidemia di casi. E di conseguenza la morte di moltissime persone. Quello che molti sostengono è che se Fontana avesse isolato quei due comuni, probabilmente, non ci sarebbe stata poi l’epidemia e la morte di buona parte della popolazione.

Ovviamente le posizioni di Fontana in merito alla gestione della prima ondata del Covid-19 e della zona rossa sono totalmente diverse. Secondo il presidente della regione, infatti, manca un vero e proprio nesso logico e causale tra la mancata zona rossa in quei due comuni e la morte di oltre 4mila persone. Insomma secondo il presidente e i suoi avvocati sostenere che la mancata decisione della zona rossa sia poi la causa diretta dei decessi è un’ipotesi che non ha riscontro nella realtà.

Inoltre il piano di emergenza per il Covid-19 doveva essere sicuramente pensato e applicato ad hoc per questa situazione che, come sappiamo, è stata di grande novità per tutti noi. Quindi applicare un piano di emergenza diverso e vecchio che, ovviamente, non era pensato per il Covid, non era del tutto auspicabile.

Che cosa accadrà?

Cosa succederà?

Ovviamente Fontana sosterrà questa sua ipotesi durante la testimonianza e sarà poi il giudice del Tribunale dei Ministri a decidere cosa poteva e doveva essere fatto in quei momenti di emergenza sanitaria.

Fontana non è l’unico ad essere, indagato infatti la lista annovera anche i tecnici Agostino Miozzo, Claudio D’Amario, l’ex capo della protezione civile Angelo Borrelli e anche l’ex assessore al Welfare della regione Lombardia ossia Giulio Gallera.

Si tratta, ovviamente, di una lista di persone che in prima persona sono state coinvolte nella gestione dell’emergenza sanitaria. Proprio loro ora dovranno rispondere del loro operato. A ciò bisogna anche aggiungere che, come sappiamo, la Regione Lombardia è stata quella più toccata dal Covid-19 e, quindi, si tratta di un evento piuttosto sentito.

Ricordiamo infatti che proprio questa regione ha sofferto maggiormente quest’ emergenza sia nella prima ondata che nella seconda, con il numero maggiore di casi positivi e di persone decedute.

 

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