Inchiesta covid, Antonio Conte e il ministro Speranza, nonché ex presidente del consiglio ed ex Ministro della Sanità, dovranno presentarsi al tribunale dei ministri di Brescia nella giornata del 10 maggio per rispondere delle accuse presentate nei loro confronti.
Il tribunale dei ministri di Brescia il 10 maggio dovrà interrogarli sull’inchiesta covid che gli vede indagati per una cattiva gestione della prima fase della pandemia.
La questione risale a febbraio 2020. Per quanto possa essere passato molto tempo, chi ha sbagliato causando la morte di centinaia di persone e oltre, deve pagare.
In particolare gli atti che sono tra le mani della procura di Bergamo hanno a che fare con l’accusa di epidemia colposa e la mancata istituzione della zona rossa a Nembro ed Alzano. I documenti in questione sono stati trasmessi direttamente ai colleghi di Brescia che hanno pensato a trasmetterli al tribunale dei ministri. A capo del tribunale c’è la giudice civile Maria Rosa Pipponzi e altri due giudici civili.
Ad ogni modo l’elenco degli indagati è abbastanza lungo e coinvolge almeno 19 persone. Oltre i primi due anche Agostino Miozzo. E poi ancora il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Giulio Galliera ex assessore al Welfare, Silvio Brusaferro presidente dell’istituto superiore di sanità, il Presidente del Consiglio Franco Locatelli.
Se chi di dovere, ai tempi avesse ascoltato il parere del microbiologo Andrea Crisanti, probabilmente ci sarebbero stati almeno 4000 morti in meno. Invece nessuno ha fatto nulla, anzi chi aveva il potere tra le mani ha anche causato un’epidemia colposa, che ha sconvolto l’Italia e non sol.
Le indagini, secondo quanto è stato affermato dal Procuratore Chiappani, sono state complesse, molto articolate soprattutto perché tra le mani degli inquirenti e forse di troppe persone sono finiti troppi documenti. La ricostruzione dei fatti parte dal 5 gennaio 2020. In quel periodo l’oms aveva lanciato l’allarme in tutto il mondo e aveva invitato tutti quanti a prendere le dovute precauzione. Conte e il ministro Speranza insieme al loro team però non avevano preso in considerazione la problematica. Oggi sono stati accusati di negligenza e superficialità imperdonabili di fronte a tanti decessi.