Durante la riunione di ieri a Milano il ministro Santanchè e i sindaci hanno ribadito di voler regolamentare il fenomeno degli Airbnb
Alcuni incontri sono avvenuti tra il ministro del Turismo Santanchè e diversi sindaci delle città italiane con il fine di cercare di regolamentare al meglio la questione riguardante gli affitti brevi. Confronti nei quali i partecipanti hanno valutato le proposte con serenità e senza conflitti. Ma, ad ora, servono altre idee in proposito.
Il Governo ha tutta l’intenzione di regolamentare diversamente il settore turistico. Negli anni abbiamo assistito ad una grande diffusione delle locazioni brevi. Si tratta di soggiorni inferiori ai trenta giorni, che non richiedono nemmeno la Scia per avviare l’esercizio. Questa è una dichiarazione amministrativa che, normalmente, le imprese devono presentare presso il loro Comune.
Serve come un permesso per iniziare, modificare o cessare l’attività. La premier Meloni sta lavorando su un DDL proprio in questo ambito. Il disegno di legge è in atto, porta con sé varie novità, e servirà ad emanare una nuova norma. Uno dei cambiamenti proposti nel DDl è quello di porre un limite di prenotazione per i soggiorni.
I richiedenti dovranno, infatti, rimanere minimo due notti negli alloggi dei centri storici delle città metropolitane. A questo faranno eccezione le famiglie numerose. Inoltre, il progetto prevede che il Ministero dovrà affidare un CIN, codice identificativo nazionale, ad ogni immobile che abbia destinazione turistica con la formula affitto.
I locatori che non provvederanno saranno soggetti a multe. Alcuni Comuni, tra cui quello di Napoli, ritengono che il numero minimo non è una soluzione, perlomeno non è sufficiente a risolvere i problemi attuali. Il governo deve, soprattutto, regolamentare le licenze. Riconoscono, comunque, l’importanza dell’incontro e del confronto.
E’ positivo per tutti cercare di dare una norma ad un settore che non ne ha. L’obiettivo degli incontri tra il ministro del turismo, Daniela Santanché, i rappresentanti delle città metropolitane italiane, i responsabili delle piattaforme di house sharing ed i sindacati, è proprio quello di trovare nuove soluzioni attraverso il dialogo.
Ognuno ha potuto esporre la propria visione, le proprie necessità ed istanze, ha spiegato la Santanché, dichiarandosi soddisfatta delle modalità con cui sono avvenuti i vertici. Questo l’ha rinfrancata e le ha dato la certezza che potranno arrivare veramente ad un testo di proposta di legge condiviso. Uno dei punti in accordo è quello dell’attribuzione del Codice identificativo nazionale.
Questo sarà necessario ai locatari per poter accedere alle piattaforme online. Il disaccordo permane sulle notti da prenotare per il soggiorno. Alcuni sindaci propongono libera scelta, altri anche tre pernottamenti. Inoltre, un’altra questione riguarda il numero degli appartamenti. I rappresentanti chiedono di abbassarli a due.
Il ministro sottolinea che la proposta non vuole ledere la proprietà privata, che, invece, va tutelata e così anche le varie attività turistiche. E’ un settore estremamente complesso e dalle mille sfaccettature, ma la parlamentare confida in una risoluzione ottimale. L’assessore alla casa del comune di Milano, Pierfrancesco Maran, ha dichiarato che per ora non ci sono vere soluzioni, ma la via del confronto è certo positiva.
Inoltre, ha aggiunto Maran, dovranno approfondire la possibile regolamentazione delle licenze ad personam. Ci sono, infatti, zone cittadine che sono a rischio abitativo, per cui, alcuni sindaci, hanno chiesto di applicare delle differenziazioni in base alle zone. Qui ci sarà da lavorare ed i comuni dovranno presentare delle note al ministero del Turismo per poter creare una nuova bozza.