Il proprietario dell’imbarcazione affondata nel lago Maggiore sabato, è stato indagato. Rimane comunque da capire perché al confine svizzero si erano riunite tutte quelle spie provenienti non soltanto dall’Italia.
Il proprietario della barca a bordo della quale c’erano gli agenti dei servizi segreti italiani e israeliani, affondata nel Lago Maggiore nella frazione di Sesto Calende a Varese domenica 28 maggio, è Carlo Carminati.
L’uomo adesso è indagato per omicidio colposo e naufragio. Nelle prossime settimane probabilmente si scoprirà qualcosa di più.
Gli inquirenti stanno effettuando delle verifiche principalmente per capire se l’uomo, 53enne, abbia rispettato le norme di navigazione oppure no. Di norma avrebbe dovuto prendere in considerazione per la sicurezza dei passeggeri eventuali allerte meteo ecc. Non è chiaro per adesso se lo ha fatto.
Gli inquirenti e gli investigatori faranno il possibile per capire perché gli agenti segreti erano a bordo del battello vicino la Svizzera, a pochi passi da confine.
Secondo quando è stato riferito da chi era presente, la comitiva si era riunita per festeggiare il compleanno di uno di loro. Ma a quanto pare non era in programma nessuna gita sul lago. Quindi probabilmente è stata una novità arrivata sabato mattina per opera di qualcuno che per ora non ha un’identità.
Resta da capire adesso se si è trattato di un semplice incidente oppure di qualcosa di più. Intanto proseguono le operazioni di recupero della barca, io sommozzatori dei Vigili del fuoco di Milano e di Torino hanno lavorato per due giorni per poter far tornare in superficie lo scafo mediante dei palloni di sollevamento. Dopo ore di lavoro la barca è stata sollevata e poi trascinata verso la riva, dove si concluderanno le operazioni di recupero.