A Milano, in zona San Babila, un operaio è caduto dall’impalcatura dove si trovava, purtroppo le sue condizioni sono molto gravi
L’incidente è avvenuto nella giornata di ieri, mercoledì 31 maggio, intorno alle 17.15. La zona è quella di San Babila, in via Uberto Visconti di Modrone. L’operaio, un uomo di 44 anni, stava lavorando fuori da un negozio. Si trovava sopra un trabattello, quando è caduto ferendosi gravemente.
Sul posto sono arrivate l’ambulanza e un’automedica, insieme alla polizia locale per i rilievi del caso. I sanitari, dopo aver appurato lo stato delle ferite, hanno trasportato il 44enne al pronto soccorso dell’ospedale Niguarda in codice rosso. Gli agenti della polizia hanno raccolto tutte le prove necessarie e le testimonianze per ricostruire l’accaduto.
Anche questo incidente va ad aggiungersi a quelli successi da gennaio fino ad oggi. Il bilancio di chi, in seguito ad un infotunio sul lavoro, non ce l’ha fatta, è preoccupante. Si parla di 66 decessi al mese. Ciò significa che gli operai, nel nostro paese, lavorano in situazione, spesso, di insicurezza. Da gennaio ad oggi 207 decessi sono avvenuti durante le ore di lavoro.
Ci sono, poi, gli infortuni in itinere, cioè quelli che avvengono lungo il percorso per raggiungere il posto di lavoro e questi sono 57. Il tasso di mortalità colpisce molto di più i giovani tra i 15 e i 24 anni, e supera del 50% la fascia d’età tra i 25 e i 34 anni. I lavoratori stranieri hanno, addirittura un rischio di infortunio molto più elevato rispetto a quelli italiani. La mortalità, nel loro caso, raggiunge il 15.2% di decessi ogni milione di lavoratori.
Gli italiani arrivano all’8.3%. Nonostante i numeri sembrino, comunque, altissimi, c’è stato un calo rispetto agli anni passati. Le denunce sono diminuite del 26.4% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Il dato potrebbe, però, essere falsato dalle denunce di infortuni per covid.
Nel 2021 erano ancora molte quelle che facevano riferimento alla pandemia. Questo potrebbe significare che la riduzione potrebbe riguardare la conclusione dell’emergenza sanitaria e non un miglioramento delle condizioni di lavoro. Nei prossimi anni i dati dovrebbero risultare più attinenti alla realtà.
Il settore più colpito sembra essere quello manifatturiero, con quello dei trasporti e del magazzinaggio e a seguire quello delle costruzioni e del commercio. Le regioni d’Italia più colpite dagli infortuno sono: l’Umbria, la Valle d’Aosta, l’Abruzzo e le Marche. Subito sotto si trovano il Veneto, il Piemonte, la Liguria, la Lombardia e la Sicilia.
Le zone con meno infortuni sono: Campania, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Puglia, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Lazio e Toscana. Le regioni più sicure sono: Calabria, Basilicata e Molise. Un altro dato mostra che anche l’età del lavoratore influisce sugli infortuni, soprattutto quelli mortali.
Secondo i dati raccolti la fascia che va dai 55 ai 64 anni è quella con il tasso di mortalità più alto. Subito sotto si trovano i lavoratori che vanno dai 45 ai 54 anni. Speriamo che l’operaio caduto ieri dal trabattello non vada ad aumentare questi numeri già fin troppo alti.