In arrivo un bonus di 403 Euro ma solo per una categoria di pensionati. Ecco a chi spettano e quali sono i requisiti.
Il tema delle pensioni è molto ricorrente negli ultimi giorni. Proprio a seguito della Legge di Bilancio si sono andati a definire alcuni aspetti che sono i primi passi verso quella che sarà una completa revisione del sistema pensionistico, che al momento presenta alcune carenze.
Vediamo insieme i maggiori cambiamenti apportati dal nuovo governo e, soprattutto, quale categoria di pensionati vedrà un aumento di 403 Euro in più a fine mese.
Pensioni in Italia, il punto della situazione
Per quanto riguarda le pensioni e i pensionati possiamo dire che la situazione non è certo delle più rosee. Sicuramente un colpo non indifferente è stato dato dall’inizio del conflitto in Ucraina. L’aumento dell’energia elettrica e del gas hanno innescato una reazione a catena che è finita con l’aumento di tutti i prodotti in vendita. A partire dalle materie prime per finire agli scaffali dei supermercati, tutto ha subito un rialzo dei prezzi. Ovviamente la batosta maggiore è stata data dall’aumento delle bollette che in alcuni casi sono più che raddoppiate.
Questa crisi economica purtroppo colpisce un paese che già non vedeva di suo una situazione fiorente e chi ne risente è la fascia più debole della società, quella caratterizzata dai pensionati.
Si stima che circa 5,3 milioni di pensionati italiani vivono con meno di 1000 Euro al mese e tra questi tantissimi di loro percepiscono la pensione minima, che ammonta a poco più di 500 Euro. I dati sono allarmanti ed è proprio per questo che il nuovo governo ha deciso di mettere mano in primis alle pensioni. I primi provvedimenti sono giunti con l’erogazione di bonus a sostegno del reddito.
Inoltre già dall’inizio del prossimo anno inizieranno ad aumentare i redditi minimi. L’obiettivo, grazie anche a quella che sarà la riforma delle pensioni, è di raggiungere una quota di pensione minima pari a 1000 Euro al mese, una cifra che consentirebbe una vita dignitosa.
Ma un’altra misura recentemente proposta, mira ad agevolare anche coloro che sono prossimi al ritiro dal mondo del lavoro.
Per chi è in possesso dei requisiti per un pensionamento anticipato per mezzo di Quota 103, è previsto un aumento se si decide di continuare con l’attività lavorativa. Vediamo nel dettaglio questo aspetto.
Quota 103 e il ritiro anticipato dal mondo del lavoro
Quota 103 è la misura pensionistica che dal 2023 sostituirà l’attuale Quota 102. La misura si è vista indispensabile per scongiurare un ritorno alla legge Fornero. Questa vedeva il pensionamento non prima dei 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi regolarmente versati. Grazie a Quota 103 sarà possibile andare in pensione una volta raggiunti 62 anni di età con 41 anni di contributi accumulati. Nonostante la misura agevoli l’uscita anticipata dal lavoro, il governo concede ai lavoratori che decidono di continuare a lavorare un interessante benefit.
Se un lavoratore in possesso dei requisiti per il pensionamento anticipato decide di non ritirarsi dal mondo del lavoro, può scegliere di continuare con la sua carriera e vedere addirittura un aumento di stipendio.
Ma andiamo con ordine.
A chi spettano 403 Euro in più ogni mese
Dal momento in cui si soddisfano i requisiti per il pensionamento anticipato ma si sceglie di non usufruirne, la pensione viene letteralmente “congelata”. Questo significa che gli anni di lavoro in più non serviranno per accumulare contributi utili ad aumentare il cedolino che si percepirà con la pensione di vecchiaia. I contributi infatti non saranno più versati ma saranno accreditati dal datore di lavoro direttamente in busta paga ogni mese.
In questo caso un possibile pensionato che decidesse di continuare a lavorare, vedrebbe un notevole aumento di stipendio, pari all’intera somma dei contributi che andrebbero versati.
Ciò non comporta nessun disagio alle aziende, in quanto continueranno a pagare per il lavoratore lo stesso importo, cambierà solo la destinazione dell’importo destinato ai contributi pensionistici.
Gli aumenti ovviamente vanno di pari passo con l’entità dello stipendio. Per uno stipendio medio di circa 22.000 Euro lordi annui, in busta paga l’aumento previsto è pari a 403 al mese. Decisamente un buon incremento visto il periodo economico che stiamo vivendo. D’altra parte, ciascun pensionato/lavoratore dovrà valutare la propria condizione economica per stabilire se vale la pena continuare a lavorare oppure ritirarsi in anticipo. Inoltre, per quanto le aziende non risentiranno economicamente della scelta dei lavoratori, è da considerare anche un rifiuto da parte del datore di lavoro nel voler mantenere un dipendente che potrebbe andare in pensione, in quanto non c’è obbligo da parte dell’azienda nell’approvare la scelta del lavoratore.