Sarà un aprile di festa per molti pensionati che vedranno finalmente arrivare gli attesi arretrati sul cedolino.
Quando alla fine dello scorso anno il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, comunicò l’aumento delle pensioni per il 2023, i percettori di trattamento pensionistico tirarono un respiro di sollievo. Il 2022, infatti, è stato un anno molto pesante per tutti gli italiani a causa dei forti rincari sulle bollette di luce e gas. Aumenti che hanno pesato anche sui pensionati, specialmente su coloro che percepiscono una pensione molto bassa. Tuttavia, nonostante l’annuncio del ministro, in questi primi mesi sono ancora molti i pensionati che non hanno visto alcun aumento sul loro cedolino.
Pensioni: in aprile arrivano gli arretrati
Fortunatamente l’attesa sta per finire, dato che l’INPS ha appena terminato le operazioni relative al calcolo degli arretrati per i pensionati che non hanno ancora ricevuto gli aumenti. La buona notizia è che con il cedolino di aprile 2023 tutti coloro che non hanno ancora ottenuto gli aumenti li riceveranno per intero. Le operazioni di calcolo sono cominciate già il mese scorso, tanto è vero che alcuni pensionati hanno ricevuto gli aumenti già a marzo 2023. Per tutti i restanti, il mese di aprile è finalmente quello della svolta. I tanto attesi arretrati sono finalmente in arrivo.
Naturalmente, oltre a questi arretrati, i pensionati che stavano attendendo gli aumenti riceveranno l’assegno della pensione INPS di aprile con l’importo incrementato in base alla rivalutazione. I ritardi sono stati principalmente dettati dal fatto che il ricalcolo ha riguardato moltissime pensioni. Ma come è stata effettuata la rivalutazione? Di cosa si tratta esattamente?
Ogni anno la pensione viene rivalutata sulla base dell’indice medio dei prezzi al consumo. Tocca all’ISTAT calcolare gli indici mensili, la media annuale e la percentuale di variazione, provvedendo poi a comunicare tutto al Ministero dell’Economia. In seguito, assieme al Ministero del Lavoro, viene indicata la percentuale di perequazione automatica per le pensioni dell’anno successivo. La perequazione è pertanto il termine che va a stabilire la rivalutazione dell’importo delle pensioni in base all’inflazione.
Rivalutazione pensioni, tutte le percentuali
Come comunicato a fine 2022 dal ministro Giorgetti, la rivalutazione delle pensioni per il 2023 è del 7,3%. La rivalutazione automatica delle pensioni è riconosciuta interamente per tutti i trattamenti pensionistici che hanno un importo che non supera le quattro volte il trattamento minimo, ovvero fino a 2.101,52 euro al mese stando ai valori lordi di dicembre 2022. Per fare un esempio, un pensionato che percepiva nel 2022 un assegno mensile da 1.250 euro (lorde) prenderà ora 1.341 euro (lorde) al mese. Con l’aumentare dell’importo pensionistico la percentuale di rivalutazione scende progressivamente.
Per le pensioni tra 4 e 5 volte (da 2.101,53 a 2.626,90 euro) l’aumento è del 6,2%, mentre si scende al 3,869% per le pensioni tra cinque e sei volte l’importo minimo, ovvero da 2.626,91 a 3.152,28 euro. Per le pensioni da 3.152,29 a 4.203,04 euro l’aumento previsto in base alla rivalutazione è del 3,431%, mentre per le pensioni comprese tra 8 e 10 volte l’importo minimo l’aumento è del 2,7%. Infine, per le pensioni che superano 10 volte l’importo minimo – quindi oltre 5.235,81 euro – l’aumento previsto è del 2,336%.