Quando arriveranno sulla pensione gli arretrati di 322 euro tanto attesi? E chi ne beneficerà? A queste domande risponderemo in questo articolo, dove verrà analizzato nei dettagli l’aumento delle pensioni.
Si fa un gran parlare di arretrati sulla pensione. Ma di cosa si tratta esattamente? Prima di rispondere, è necessario ripercorrere l’iter che ha portato all’aumento delle pensioni a partire dal 1° gennaio 2023.
Inizialmente, questo aumento doveva riguardare tutte le fasce di importo; poi, a causa della perequazione disposta a ottobre dello scorso anno, soltanto alcune pensioni hanno potuto beneficiare di tale aumento.
Tutti gli altri pensionati italiani quanto dovranno aspettare per godersi questo aumento dell’assegno mensile? Stando a quanto dichiarato dall’INPS, a partire da marzo.
Arretrati e aumento pensioni: quando arriveranno?
Se a inizio gennaio gli aumenti che riguardavano gli importi maggiori di 2.101,52 dovevano partire il 1° febbraio 2023, adesso tutto è slittato al 1° marzo.
È stata la stessa INPS a precisare in una nota ufficiale, affermando che
“a tutti gli altri pensionati, a partire dall’1 marzo 2023, verrà attribuita la perequazione in percentuale sulla base dell’importo del pagamento annuale”.
Nonostante questo ritardo, la buona notizia è che gli arretrati dei mesi di gennaio e febbraio saranno inclusi nella pensione di marzo.
C’è da dire, però, che il conguaglio non avrà un importo simile a quello che hanno percepito coloro che hanno una pensione di importo inferiore a 2.101,52.
Aumento pensioni INPS: a quanto ammonta?
Tutti coloro che percepiscono una pensione INPS i cui importi sono inferiori a 4 volte la minima, l’aumento è del 100%.
Invece, la perequazione si riduce in base al superamento di determinate soglie. Partendo dal basso, abbiamo il 32% oltre 10 volte il minimo, il 37% fino a 10 volte il minimo, il 47% fino a 8 volte il minimo, il 53% fino a 6 volte il minimo e l’85% fino a 5 volte il minimo.
Di conseguenza, in base alle percentuali di cui sopra, chi percepisce una pensione ricca o d’oro, la perequazione gli causerà una perdita.
Ad esempio, chi percepisce una pensione di 2.600 euro al mese, la perequazione sarà del 6,20% e, quindi, nel mese di marzo percepirà in più 161 euro, a cui si aggiungono i 322 euro di arretrati dei due mesi precedenti.
Tale disposizione si deve al fatto che il Governo intende garantire a tutti i pensionati con pensioni minime la possibilità di raggiungere la tanto agognata quota 600, che altro non è che la pensione minima mensile di 600 euro.
Differenza dello 0,8%: quando arriverà?
Un altro nodo riguardante le pensioni INPS è la differenza dello 0.8%, che è inerente alla stima fatta dal FOI per lo scorso anno.
Nel mese di ottobre, la percentuale del FOI era pari al 7,3 e riferita ai nove mesi, mentre a fine anno il medesimo indice si è assestato all’8,1%. Quindi, rispetto a ottobre, l’aumento è stato dello 0,8%.
Ciò significa che l’INPS sarà chiamata a garantire tale aumento per tutte le soglie pensionistiche entro la fine del 2023.
In base a quanto stabilito dalla normativa, l’INPS potrebbe mettere subito in moto il meccanismo per i conguagli di novembre delle differenze.
Allo stato attuale, però, non si hanno ancora notizie in merito alle tempistiche e alla platea che godrà di tali conguagli.