In arrivo cattive notizie da parte dell’INPS per tutti coloro che sono nati nell’anno 1952 e negli anni a seguire. Vediamo cosa accadrà.
Siamo tutti a conoscenza della difficile situazione economica che il nostro Paese sta attraversando. Abbiamo attraversato tre anni segnati da forti difficoltà ed eventi catastrofici a livello mondiale. Le ripercussioni di questi eventi di così grande risonanza, come l’epidemia e la guerra, non potevano che essere negative. L’ambito economico ha subìto un duro colpo specialmente a seguito della guerra tra Russia e Ucraina. Una guerra che sembra così distante dalle dinamiche de nostro Paese ha avuto, invece, enormi conseguenze per quasi tutti i cittadini italiani.
La più grave conseguenza è stata l’aumento dell’inflazione in percentuali vertiginose che non ci saremmo mai aspettati di vedere. Si è toccato il tetto di 11 punti percentuali. Certo, nel lontano 1980 l’inflazione ha raggiunto il 21,2 %. Però, dal 1980 fino all’anno scorso, la percentuale di inflazione è rimasta pressoché bassa e ha registrato lievi variazioni, per poi subire un boom tra il 2022 e il 2023. Se ve lo state chiedendo, l’inflazione genera delle conseguenze molto pesanti sull’economia, come la perdita del potere di acquisto della moneta.
Per perdita di potere di acquisto della moneta si intende una depotenziata capacità di acquistare beni e servizi. I prezzi di beni e servizi aumentano e il potere di acquisto della moneta, di conseguenza, diminuisce. La quantità di soldi che avremmo investito qualche anno fa nell’acquisto di un bene o di un servizio, oggi non basterebbe più. Queste le prime dure conseguenze del fenomeno dell’aumento dell’inflazione, ma non sono le uniche. Infatti ci saranno ripercussioni per quanto riguarda i pensionati nati nel 1952 e negli anni successivi. Vediamo di che si tratta.
La stangata per i nati nel 1952 e negli anni a seguire
Abbiamo già chiarito il significato di inflazione, e ora che sappiamo bene di che fenomeno si tratta, non risulterà difficile comprenderne gli effetti. L’inflazione darà un durissimo colpo a tutti coloro che percepiscono un assegno dall’INPS.
I pensionati d’Italia non sono mai stati così in difficoltà: di fronte all’aumento dei prezzi non si è verificato un aumento delle pensioni. Moltissimi pensionati stanno ricorrendo a soluzioni come prestiti e finanziamenti. Quel che sta accadendo è, però, che nell’ambito di prestiti e finanziamenti ci sono delle svantaggiose novità.
I prestiti richiesti dai pensionati all’INPS funzionano con un meccanismo ben preciso. L’INPS versa la quota del prestito trattenendola dalle pensioni, circa un quinto dell’assegno, e tale prestito non può superare i dieci anni. Il giorno 5 aprile 2023 sono giunte delle novità a riguardo che non faranno piacere ai diretti interessati. Ecco quali sono le modifiche in arrivo.
Prestiti e finanziamenti per pensionati, INPS 2023
L’INPS ha rilasciato una comunicazione inerente al tema dei prestiti per i pensionati. L’annuncio riguarda un cambiamento che si verificherà a partire dal secondo semestre di quest’anno. Questo sarà un cambiamento negativo, causato ovviamente dall’aumento dell’inflazione. Quel che accadrà è un aggiornamento su tutti i tassi dei prestiti, e si verificherà un grande aumento. I futuri tassi saranno ridimensionati all’attuale inflazione creando un paradosso: il prestito si richiede per far fronte all’inflazione e difendersi da essa, ma l’inflazione rende molto oneroso il finanziamento stesso.
Andando nello specifico vediamo che per coloro che hanno 59 anni di età e desiderano un prestito di 15 mila euro, il tasso è del 9,42%. Coloro che hanno un’età compresa tra i 60 e i 64 anni, per un prestito di 15mila euro, il tasso sale al 10,22%. La fascia di età tra i 65 e i 69 anni vede un tasso a ben 11% su un prestito di 15 mila euro. Lo svantaggio è ancora più grande per i nati tra il 1952 e il 1955: il tasso sale all’11,22% sempre su un prestito di 15 mila euro.
I pensionati in possesso di una pensione esigua che sono in cerca di un aiuto dovranno, quindi, fare i conti con questa stangata.