INPS, brutte notizie per questi pensionati: la conferma è arrivata poco fa

Gli ultimi dati forniti dall’INPS evidenziano un andamento piuttosto negativo per i pensionati: cosa è emerso.

Vetrata INPS
Vetrata INPS – Imilanesi.Nanopress.it

I tanti pensionati italiani attendono con ansia novità concrete da parte del governo, che in campagna elettorale aveva spesso affrontato il tema delle pensioni. L’ultimo periodo, contrassegnato da una profonda crisi economica e dai forti rincari, ha messo in ginocchio anche i pensionati, specialmente coloro che percepiscono un trattamento minimo e fanno ovviamente molta fatica ad arrivare alla fine del mese. Ecco perché il governo è intenzionato a proporre entro la fine della legislatura una riforma delle pensioni che includa l’innalzamento delle pensioni minime a 1.000 euro, come avrebbe voluto il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, scomparso il 12 giugno.

Novità non buone per i pensionati: cosa fa sapere l’INPS

Tuttavia non c’è solo l’innalzamento delle pensioni minime – su cui vanno trovati i fondi necessari, ndr – a tenere occupato il governo. Stando a quanto emerso dagli ultimi dati INPS, infatti, pare che sempre meno persone vadano in pensione.

INPS
INPS – Foto ANSA – Imilanesi.Nanopress.it

Nei primi sei mesi di quest’anno le nuove pensioni erogate dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale sono state 370.136, pertanto rispetto al 2022 – quando le nuove pensioni furono 444.118 – si registra un calo del 16,6%.

Non è tutto, perché le tabelle dell’Osservatorio INPS mettono in evidenza anche un altro aspetto, ovvero il calo dell’importo medio delle pensioni.

Nel 2022, infatti, l’importo medio mensile era di 1.180 euro; nei primi sei mesi di quest’anno, invece, l’importo medio si ferma a 1.168 euro.

Sempre l’INPS, come riportato anche dal Sole 24 Ore, sottolinea che il calo più evidente è quello che riguarda le pensioni anticipate.

I problemi principali, in tal senso, sono da ricercare nell’esaurimento di Quota 100 – ovvero il sistema che consente di andare in pensione in anticipo se sommando l’età del lavoratore e gli anni di contributi si ottiene appunto 100 – e di Quota 102 (in pensione a 64 anni con 38 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022).

Un altro aspetto che ha contribuito a fornire un dato negativo sul piano delle nuove pensioni è certamente la stretta dei requisiti per Opzione Donna. Questa importante misura consente alle lavoratrici dipendenti e autonome di anticipare l’uscita dal lavoro in presenza di alcuni requisiti.

Le donne, infatti, possono andare in pensione prima con Opzione Donna se hanno un’età di almeno 60 anni e se hanno maturato un’anzianità contributiva di almeno 35 anni.

La stretta su Opzione Donna si fa sentire

Tuttavia, come accennato, il governo ha deciso di stringere i requisiti per Opzione Donna. La possibilità di sfruttare questa misura per uscire prima dal lavoro è ora consentita solo alle lavoratrici caregiver, a quelle con invalidità non inferiore al 74%, alle lavoratrici che hanno subito un licenziamento o alle dipendenti di aziende in crisi.

Opzione Donna
Opzione Donna – Imilanesi.Nanopress.it

Proprio questa stretta si sta facendo sentire ampiamente, come dimostrano i numeri forniti dall’INPS.

Nei primi sei mesi del 2023, infatti, le pensioni Opzione Donna sono state solo 7.536, molte meno del 2022.

Lo scorso anno, infatti, erano state erogate ben 24.559 pensioni Opzione Donna.

Il tutto tenendo sempre conto che la maggior parte delle donne che sceglie di usufruire di Opzione Donna percepisce un importo inferiore ai 1.000 euro al mese.

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