Arrivano brutte notizie dall’INPS per i lavoratori appartenenti a determinate fasce d’età. Corrono il rischio, infatti, di andare in pensione davvero molto tardi. Ecco tutti i dettagli a riguardo.
L’argomento pensioni genera spesso ansia in tantissime persone. Sono in tanti a prendere gli effettivi ritardi sull’età per andare in pensione con ilarità, mentre altri vivono la cosa come una vera e propria ingiustizia. Un qualcosa che va contro il naturale stato delle cose.
Per poter andare in pensione nel nostro Paese serve aver versato almeno 20 anni di contributi. In tal caso, sarà possibile andare in pensione all’età di 67 anni. L’aspettativa di vita in aumento, però, potrebbe in futuro posticipare questa data limite.
Inoltre, l’importo della pensione maturato nel corso del tempo non dovrà essere mai inferiore a una volta e mezzo l’importo dell’assegno sociale. Queste sono le regole attuali presenti in Italia.
Chi ha versato 42 anni e 10 mesi di contributi potrà andare in pensione anticipata. Per le donne, invece, basteranno 41 anni e 10 mesi. Ciò resterà in vigore almeno fino alla fine del 2026.
Sono in tanti, purtroppo, a non aver mai lavorato alla soglia dei 30 o dei 40 anni. Chi lo fa, poi, è spesso soggetto a interruzioni e a contratti part time o particolari. I contributi versati da molti giovani, quindi, sono poco continuativi o molto bassi. Un vero e proprio rischio per la loro pensione futura.
Quali brutte notizie arrivano dall’INPS per chi non ha ancora una attività lavorativa continua ed è nato negli anni Ottanta o Novanta? Ecco tutto quello che c’è da sapere in tal senso.
Aumento dell’età pensionabile per alcune persone? Ecco tutti i rischi che si corrono
L’età di 67 anni per andare in pensione è già considerata un qualcosa di eccessivo. In molti altri Paesi, infatti, le persone smettono di lavorare diversi anni prima. Abbiamo assistito ultimamente alle proteste in Francia per un possibile posticipo dell’età pensionabile. In Italia, la situazione potrebbe, addirittura, cambiare (e non certo in meglio) in futuro. Ecco i dettagli.
Sono in tanti a sperare di andare in pensione prima del limite attuale dei 67 anni. Ogni situazione è variabile. Diventa molto importante farsi seguire da una persona esperta in materia, in modo tale da capire se tutto ciò sarà possibile.
In questo articolo, però, vogliamo spingerci oltre. Affronteremo, infatti, l’argomento pensione per chi ha oggi un’età compresa fra i 30 e i 40 anni. Fino ad alcuni decenni fa, arrivati a questa età molte persone avevano alle spalle già moltissimi anni di lavoro e, quindi, di contributi versati. Andare in pensione, dunque, non rappresentava un miraggio.
Il mondo attuale, però, è cambiato. Il lavoro scarseggia e, nel caso in cui ci sia, non sempre soddisfa in pieno il lavoratore. In molti casi, la situazione di precarietà spinge l’azienda a bloccare per alcuni mesi un contratto, limitando stipendi e contributi versati.
Sono in tanti, quindi, a vivere una situazione di instabilità dal punto di vista lavorativo. I contributi versati, inoltre, sono molto bassi, anche a causa di stipendi non in linea con le aspettative di tanti.
Quale rischio c’è per milioni di persone nate negli anni Ottanta e Novanta? Ecco tutti i dettagli su un possibile ritardo della loro età pensionabile.
INPS, si andrà più tardi in pensione? I dettagli
I dati sul lavoro dei giovani in Italia sono a dir poco pessimi. L’aumento dell’età pensionabile, inoltre, è collegata anche a un possibile aumento dell’aspettativa di vita generale. Il rischio che i giovani d’oggi possano andare in pensione non prima dei 71 anni è molto elevato.
La poca regolarità nel versamento dei contributi necessari per andare in pensione e l’aumento dell’aspettativa di vita non giocano certamente a favore di chi è nato negli anni Ottanta e Novanta, in merito all’età pensionabile.
Il primo assegno pensionistico per un giovane che non dovesse arrivare ai 42 anni e 10 mesi di contributi potrebbe davvero arrivare, quindi, ai 71 anni d’età. Poter accedere alla pensione, dunque, diventerà sempre più difficile in futuro, con il perdurare di queste condizioni.
La speranza è che la situazione occupazionale possa migliorare, sia dal punto di vista della continuità sia per quanto concerne gli aumenti sugli stipendi. Un consiglio che possiamo dare, inoltre, è quello di valutare l’apertura di alcuni fondi pensionistici integrativi, in modo tale da avere una somma importante da parte fra qualche decennio.