Brutte notizie per i pensionati, che dovranno ridare indietro dei soldi nel mese di agosto: l’INPS spiega il perché.
Tra le categorie che stanno soffrendo maggiormente la crisi economica e l’inflazione galoppante ci sono senz’altro i pensionati, specialmente coloro che percepiscono un trattamento pensionistico molto basso. I rincari nelle bollette di luce e gas e gli aumenti dei prezzi dei generi alimentari hanno gravato pesantemente sul bilancio dei pensionati, che fanno molta più fatica di prima ad arrivare alla fine del mese. L’aumento delle pensioni del 7,3% dovuto alla perequazione ha consentito ai percettori di pensione di tirare il fiato e provare a reggere (almeno parzialmente) l’urto di questi pesanti incrementi, ma è evidente che serve di più.
In tanti sperano che il governo guidato da Giorgia Meloni possa mantenere la promessa e realizzare una riforma delle pensioni entro la fine della legislatura, in modo da garantire la cifra di 1.000 euro mensili a coloro che percepiscono la pensione minima. Tuttavia, se da una parte ci sono ovviamente questi auspici, dall’altra bisogna fare i conti con una realtà ben diversa.
Nel prossimo mese di agosto, infatti, i pensionati rischiano seriamente di ricevere un assegno più basso. Si tratta di una notizia che ha ovviamente generato molto allarme tra gli anziani, dato che viviamo un periodo dove eventuali tagli si rivelerebbero pesantissimi vista la situazione economica generale.
Perché si sta arrivando ad un taglio della pensione ad agosto? Quali sono i motivi che comportano questa riduzione?
Il motivo va ricercato nel prelievo forzoso delle pensioni, un argomento che è tornato in voga in quest’ultimo periodo. Per farla breve, nel mese di agosto diversi pensionati potrebbero ritrovarsi con molti soldi in meno sul loro cedolino mensile.
Si tratta di tutti quei pensionati che nei mesi scorsi hanno ricevuto dalla cassa previdenziale delle somme sbagliate e devono pertanto riconsegnarle.
Tanto per fare un esempio, diversi pensionati dovranno ridare indietro ad agosto le cifre delle pensioni di reversibilità del 2020. L’INPS ha infatti avviato dei controlli mirati che puntano a fare piena luce su tutte le situazioni che riguardano i pensionati negli anni 2019 e 2020.
L’obiettivo dell’INPS è proprio quello di accertare se i pensionati hanno ricevuto somme superiori a quelle che invece avrebbero dovuto ottenere. In caso i controlli facciano emergere delle anomalie, i pensionati interessati dovranno restituire le somme eccedenti nel mese di agosto.
Proprio in questo mese, infatti, si darà il via alle prime trattenute mensili sui pagamenti delle pensioni. Stando a quanto emerso, la trattenuta dovrebbe essere pari al 20% della somma dell’assegno.
Se dovesse effettivamente sorgere l’incongruenza, sarà proprio l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale a contattare il pensionato interessato e fargli sapere che è necessario ridare indietro le somme in più ricevute per errore.
Tuttavia, il pensionato può anche contestare la decisione dell’INPS. Per provare a evitare la restituzione della somma richiesta dall’INPS il cittadino può effettuare una contestazione, ma solo entro 30 giorni.
La restituzione riguarderà anche l’assegno unico universale, dato che 378.000 famiglie hanno ricevuto più soldi rispetto a quelli spettanti. Ogni famiglia dovrà ridare indietro circa 41 euro.