Se sei nato in questi anni e hai accumulato 41 anni di contributi puoi accedere alla pensione. Vediamo insieme la categoria di lavoratori che ha accesso a questa misura straordinaria.
Ci troviamo in un momento di cambiamenti e di fermento dal punto di vista di nuove leggi e provvedimenti. Il governo è cambiato e di conseguenza cambieranno molte regole. Il tema delle pensioni resta sempre centrale all’interno dei dibattiti politici: sono uno dei principali punti focali. Gennaio 2023 è ormai dietro le porte, e questo mese porterà con sé l’inizio di tutte le novità decise in sede parlamentare. Saranno tante le nuove disposizioni e l’ambito pensionistico subirà dei cambiamenti notevoli.
Lo scopo del governo è quello di creare maggiore flessibilità in uscita e allo stesso tempo offrire un trattamento dignitoso ai nuovi pensionati. Il tutto sempre compatibilmente alla disponibilità di denaro pubblico, dunque un impresa non troppo semplice.
Abbiamo già sentito parlare di tante diverse formule pensionistiche come Quota 102, Opzione Donna, Ape Sociale e così via. Sono tante le modalità per accedere alla pensione, ma a gennaio 2023 sarà il momento per molti lavoratori di iniziare ad usufruire della formula Quota 41. Vediamo insieme di cosa si tratta e qual è questa categoria nello specifico.
Arriva per molti il momento di usufruire di Quota 41
A gennaio del nuovo anno molti lavoratori italiani diventeranno ufficialmente compatibili con tutti quei requisiti richiesti da Quota 41 per accedere alla pensione. Le condizioni fondamentai sono l’età anagrafica e il numero di contributi versati dall’inizio della propria carriera lavorativa. Il nome stesso di questa formula pensionistica rivela il numero di contributi necessari, ovvero 41.
Dunque chiunque sia riuscito ad accumulare 41 anni di retribuzione possiede già un importantissimo requisito. La seconda condizione, come già detto, riguarda l’età anagrafica. Nel 2023 potranno accedere a Quota 41 tutti coloro che sono nati tra il 1960 e il 1961.
Nei mesi scorsi i nati nel 1959 hanno ottenuto l’accesso alla pensione tramite Quota 100. Ad usufruire di Quota 41 sembra saranno poche persone poiché in molti non hanno sfruttato Quota 100 per l’uscita dal mondo del lavoro. Secondo le statistiche più accreditate saranno meno di 25 mila le persone che sfrutteranno Quota 41.
Qualcun altro invece sostiene saranno 45 o anche 50 mila coloro che saranno coinvolti in Quota 41. Comunque sia sono cifre molto basse rispetto a come dovrebbe essere, e questo dato rappresenta proprio tutti i limiti che il sistema attuale presenta. In particolare il limite di divieto di cumulo in Quota 41: questo divieto allontana tanti papabili candidati a questa formula pensionistica.
Quota 41 richiederà un grande dispendio economico per lo Stato italiano, sono previste spese di circa 330 milioni di euro nel 2023. La discussione è solo agli inizi e bisogna ancora cercare di trovare un equilibrio su questo tema. Bisogna fare chiarezza anche sulle pensioni di invalidità e l’incremento dell’assegno sociale.
Mentre le uniche certezze le abbiamo su Opzione donna e su Ape sociale: per queste due formule pensionistiche l’età di pensionamento è 58 o 59 anni con 35 anni di contributi versati necessariamente (Opzione donna). Per Ape sociale l’età è di 63 anni e 30 o 36 anni di contributi. Queste due opzioni valgono solo per le categorie più fragili che presentano importante invalidità civile. Quel che resta da fare è solo attendere l’annuncio di nuovi sviluppi.