Pensione: l’INPS ha annunciato che alcune categorie di lavoratori andranno in pensione più tardi e con meno soldi. Vediamo tutti i dettagli.
Secondo delle recenti previsioni, alcune categorie d’italiani, andranno in pensione dopo e con importi più bassi. La possibilità di andare in pensione, per molti italiani sarà sempre più difficile. La riforma delle pensioni, è una delle tante questioni che il governo presto dovrà definire.
In molti sono preoccupati sul proprio futuro pensionistico, e secondo i Caf molti contribuenti rischiano di andare in pensione più tardi del previsto e con importi inferiori.
Pensioni e debiti
Esiste uno stretto legame tra debiti e pensioni, che forse molti non conoscono. Lo stralcio dei debiti, ossia il procedimento automatico che ha eliminato i piccoli debiti che milioni d’italiani avevano col fisco, incide sulle pensioni. Nello specifico, lo stralcio delle cartelle esattoriale, riguarda i debiti d’importo fino a mille euro, contratti fino al 2015.
La maggior parte di tali debiti fiscali, contratti negli anni che vanno dal 2000 al 2015, non superiori a mille euro, erano debiti contributivi con l’INPS. Si tratta di datori di lavoro che magari in quegli anni non avevano versato i contributi per i loro dipendenti, o i lavoratori autonomi che non avevano versato i loro contributi.
Lo stralcio dei debiti, introdotto con la legge di bilancio del 2023, di certo ha avvantaggiato i datori di lavoro ma non è lo stesso per i lavoratori autonomi. In questo caso, questi lavoratori non versando le tasse, hanno perso anni contributivi per loro utili ai fini pensionistici.
Pare che gli artigiani e i lavoratori del settore agricolo, siano stati quelli maggiormente svantaggiati dallo stralcio dei debiti. Tutti coloro che non avevano versato un mese di contributi nell’anno 2001, hanno di fatto perso tutti i contributi versati in quell’anno.
INPS: le categorie che andranno in pensione più tardi
Secondo quanto hanno dichiarato di recente, gli esponenti dei Caf, per via di uno stupido errore molti italiani potrebbero andare in pensione più tardi e con assegni più bassi. Si tratta di tutti quei lavoratori autonomi che non hanno versato una volta i contributi, e si sono ritrovati con la cancellazione dell’intero anno di contributi.
Secondo la legge in vigore, pure un solo debito è sufficiente a cancellare un intero anno di contributi. Per tale ragione, molti italiani si sono ritrovati con anni di contributi versati in meno e di conseguenza vedranno posticipata la pensione.
Per porre rimedio ai numerosi cittadini, che si sono trovati con anni di contributi in meno, è stata pensata a una sorta di sanatoria delle pensioni. Sulla base di tale idea, tutti i lavoratori autonomi che con lo stralcio, hanno perso anni di contributi hanno la possibilità di pagare il debito entro il 31 dicembre del 2023.
Le pensioni in Europa
In base a dei dati statistici, si andrà in pensione attorno ai 70 anni. Tra i paesi d’Europa con la soglia più alta di età pensionabile vi sono oltre l’Italia, pure la Grecia e la Danimarca. Mediamente in Europa, si va in pensione a 64 anni e 4 mesi per gli uomini e 63 e 4 mesi per le donne.
Sulla base dei vari report sulle pensioni, è risultato che facendo un rapido confronto si possono notare differenze circa l’età e gli importi. Va detto che esistono troppe variabili, per poter fare una giusta comparazione. In generale, si può notare come l’aspettativa di vita sia aumentata un po’ dappertutto.
Con l’aumento dell’età della popolazione, chiaramente aumentano pure i pensionati. A ciò va aggiunto un crescente numero di disoccupati e precari. Sia in Italia e che in Francia, che ha innalzato da poco l’età pensionabile, il sistema pensionistico si basa sulla ripartizione.
Le pensioni sono molto legate ai salari, ma chiaramente variano molto nei vari Paesi. Va evidenziato che il Regno Unito e i Paesi Bassi, a differenza degli altri paesi hanno un sistema di pensione forfettaria di base, che viene erogato indipendentemente dal loro livello salariale.