Ecco le novità dell’INPS sulle future pensioni in Italia: tra cinque anni questa categoria di lavoratori andrà in pensione. Continua a leggere per saperne di più.
La vita è una ruota che gira, tutto ha un inizio e tutto ha una fine. L’età di pensionamento rappresenta la fine del ciclo di vita lavorativa dell’essere umano. Termina la carriera e inizia una fase tutta nuova di vita, fase ricca di tempo da spendere per le cose che più si amano. Dopo tanti anni di lavoro e sacrificio giunge il momento di mettere un punto alla routine lavorativa che per anni e anni si è ripetuta quotidianamente. Si conquista tutto il tempo del mondo per seguire e coltivare i propri hobby e interessi, tutto il tempo necessario per dedicarsi alla propria famiglia.
Un cambiamento netto di vita non di poco conto. Una trasformazione che non sempre si vive serenamente: in alcuni casi, vedere le proprie giornate vuote, può spaventare. A prescindere da come si affronta e si percepisce questo cambiamento, andare in pensione è un diritto di tutti. Le pensioni sono una delle spese più onerose e importanti per il nostro Paese: i fondi devono essere molto ricchi per concedere a tutti una pensione minima. Oltretutto il tema delle pensioni e delle modalità di pensionamento è sempre al centro dei maggiori dibattiti al Governo. Vediamo insieme la situazione delle pensioni ad oggi e cosa accadrà tra cinque anni: ti sconvolgerà.
Attualmente esistono diverse modalità di accesso alla pensione. La pensione di base, ovvero quella di vecchiaia, prevede un’età di 67 anni e minimo 20 anni di contributi versati. Nel momento in cui un lavoratore si ritrova ad aver versato ben 41 anni di contributi, può decidere di ritirarsi dal mondo del lavoro a qualunque età desideri farlo. Coloro che hanno compiuto i 67 anni di età ma non hanno accumulato i 20 anni di contribuzione, devono continuare a prestare servizio per poter ottenere la pensione. Al momento il quadro generale è questo. Il governo Meloni, però, ha intenzione di rendere la pensione sempre più accessibile anche prima del compimento dei 67 anni di età.
I motivi sono numerosi e non è difficile inquadrarli: a 67 anni di età non tutti riescono a mantenere un certo stile di vita, specialmente se si fanno lavori fisicamente usuranti. Sarebbe bene mettere alcuni cittadini in posizione di poter accedere alla pensione qualche anno prima dei 67. Il motivo più importante è che bisogna necessariamente favorire il cambio generazionale. L’Italia è un paese sempre più “vecchio”, e sempre meno spazio è riservato ai giovani. Tra cinque anni esatti accadrà un cambiamento importante nel quadro lavorativo. Ecco quale.
Come appena detto, l’Italia diventa un paese sempre più vecchio. Gli anziani superano di gran lunga il numero di giovani, gli studi della demografia parlano chiaro. I giovani soffrono particolarmente per questa situazione: i posti di lavoro sono occupati dagli anziani o non ci sono proprio. Sempre più ragazze e ragazzi prendono il volo e si trasferiscono all’estero in cerca di qualcosa che l’Italia, purtroppo, non sa offrirgli. Qualcosa nel nostro Paese non sta funzionando a dovere, e la conseguenza è una fuga in massa di cervelli.
Ma cosa accadrà nei prossimi 5 anni? Tra cinque anni 2,7 milioni di persone accederanno al mondo della pensione e lasceranno il loro posto vacante. Si tratta del 12% dei lavoratori.
Moltissimi settori entreranno, con molta probabilità, in profonda crisi per la mancanza del personale necessario. Alcuni settori, più di altri, accuseranno un duro colpo in questo senso. Quello più colpito sarà, senza alcun dubbio, il settore del pubblico impiego: si verificherà un’uscita di scena di addirittura il 91% dei lavoratori! Ecco gli altri settori interessati.
Altro settore che resterà vittima di questo grande esodo verso le pensioni è quello sanitario. Nell’ambito sanitario, tra cinque anni, lasceranno il lavoro almeno 332 mila operatori. Nel settore immobiliare, in quello dei servizi di pulizia, di noleggio, di giardinaggio e investigazioni, saranno 420 mila i nuovi pensionati. Il settore del turismo e del commercio subirà un esodo di ben 485 mila lavoratori! Tutti questi, sono dati perfettamente normali. Il problema è solo uno e non è di poco conto: chi li sostituirà?