Nel 2023 ad alcuni lavoratori sarà concesso andare in pensione a 63 anni. Ecco chi potrà approfittarne e quali sono i requisiti.
Il nuovo governo si è sempre dichiarato a favore della revisione del sistema pensionistico italiano. La misura che cambierà le pensioni degli italiani è attesa nel corso del 2023, ma si stanno già adottando le prime misure per dei piccoli ma graduali cambiamenti, atti a favorire le categorie più svantaggiate.
La questione pensioni in Italia
L’ultimo periodo non è certo noto per essere di più rosei. Il conflitto in Ucraina che ha portato a un aumento dell’energia e, di conseguenza a un aumento di bollette e costi in generale. L’inflazione che ha visto un balzo superiore al raddoppio e stipendi e pensioni che rimangono stabili. Purtroppo il nostro paese sta vivendo un periodo grigio come non se ne vedevano da un po’, e quando si dice che sempre più persone sono vicine alla soglia della povertà, non è più solamente un modo di dire. A risentire maggiormente della crisi che stiamo vivendo è la categoria dei pensionati.
Si stima infatti che almeno la metà di loro percepisca una pensione minima. E se già prima era difficile tirare avanti, ora è decisamente impossibile. Proprio su questo il governo vuole lavorare, modificando la soglia della pensione minima e aggiustando i requisiti per il pensionamento. Una revisione del sistema pensionistico, quindi, capita proprio nel momento giusto.
Tra le prime piccole modifiche, ci sono incentivi per coloro che, seppur in linea con i requisiti per il pensionamento, decidono di non ritirarsi dal mondo del lavoro. Per loro i contributi che fino al giorno dell’ottenimento dei requisiti erano stati versati, saranno aggiunti in busta paga. Ma mentre da una parte c’è chi, per necessità economiche o per spirito di iniziativa, rimanda il suo pensionamento di qualche anno, dall’altra parte c’è chi può aderire a un pensionamento anticipato e ritirarsi già a 63 anni. Vediamo chi nel 2023 potrà ritirarsi anticipatamente dal mondo del lavoro.
Chi potrà andare in pensione a 63 anni
Tra le modifiche attese per il 2023 è già stata riconfermata la possibilità di un pensionamento anticipato a 63 anni. Possibile solo per alcune categorie di lavoratori, permette il ritiro anticipato dal mondo del lavoro tramite la cosiddetta Ape Sociale, già presente e prorogata per l’anno che verrà.
Ma cos’è l’Ape sociale? L’Ape sociale è un’agevolazione che permette un anticipo della pensione per alcune categorie di persone. La sigla Ape, infatti, sta proprio per Anticipo Pensionistico. L’erogazione avviene per mezzo dell’INPS ed è stata introdotta per fornire un sostegno economico per le categorie che ne hanno diritto fino al raggiungimento dei 67 anni di età, quando potranno passare alla regolare pensione di anzianità.
L’Ape sociale, come già anticipato, può essere richiesta solo da alcune categorie di persone. Nel 2023 potranno richiederla i nati tra il 1960 e il 1967 che rientrino tra le categorie disagiate, e che abbiano compiuto 63 anni e 7 mesi di età. Le categorie prevedono disoccupati a causa di recente licenziamento o dimissioni per giusta causa, assistenti di familiari disabili, invalidi certificati per almeno il 74% e coloro che svolgono lavori gravosi.
Per l’Ape sociale è inoltre necessario rispettare anche i criteri contributivi. Questi dovranno corrispondere ad almeno 36 anni di contributi versati.