Nuovi cambiamenti sul fronte pensioni, questa volta in negativo. Ecco quali categorie vedranno più di 130 Euro in meno.
Il 2023, a quanto pare, sarà l’anno delle rivoluzioni delle pensioni. Tra incentivi e bonus, spicca la rivalutazione, che se per alcuni pensionati è un bene, per altri può significare meno soldi sul cedolino. Vediamo insieme quali sono i cambiamenti attesi per l’anno in arrivo.
I cambiamenti sulle pensioni
I programmi del nuovo governo, come anche stabilito dalla Legge di Bilancio, prevedono cambiamenti strutturali per quanto riguarda le pensioni. Senza nemmeno attendere il 2023, i primi movimenti ci sono già stati, come l’aumento del 2% per l’ultimo trimestre del 2022, che ha coinvolto anche la tredicesima mensilità. L’obiettivo della maggioranza, in particolar modo di Forza Italia, è quello di arrivare ad avere una pensione minima pari almeno a 1.000 Euro, quasi il doppio rispetto all’attuale assegno minimo. Per quanto il percorso sia lungo, si cercherà di raggiungerlo a tappe, introducendo novità, manovre e incrementi mese dopo mese, proprio come sta già accadendo.
Già dal nuovo anno infatti, si vedrà un aumento delle pensioni minime per tutti gli over 75. Questa categoria di pensionati raggiungerà i 600 Euro mensili grazie a una rivalutazione aggiuntiva pari al 6,4%.
Ma da cosa è data la modifica sui cedolini pensionistici?
Quello che impatta sulla modifica delle cifre dei vari cedolini pensionistici è la cosiddetta rivalutazione automatica delle pensioni.
Anche questa è stata oggetto di cambiamenti per il biennio 2023 – 2024, in quanto la percentuale per la rivalutazione sale dall’80% all’85% per gli assegni entro 4 e 5 volte il minimo, ovvero massimo circa 2.500 Euro, mentre per tutti gli altri è rivista una riduzione in percentuale. Cosa significa questo? Facciamo chiarezza prima di tutto sulle fasce di rivalutazione.
Rivalutazione automatica delle pensioni, le fasce di reddito
La nuova rivalutazione che avrà decorrenza a partire dal 1° gennaio 2023 vedrà decadere le attuali tre fasce di reddito per far posto a una distinzione su 6 fasce. Rimane la piena rivalutazione al 100% dei trattamenti che rientrano fino a 4 volte nella soglia minima erogata, e subentrano 5 nuovi parametri di riferimento.
Ci sarà una rivalutazione dell’85% per trattamenti tra le 4 e le 5 volte il minimo, del 53% tra le 5 e le 6 volte e del 47% tra le 6 e le 8 volte.
Salendo di importi diminuiscono le percentuali, pertanto gli importi che rientrano tra le 8 e le 10 volte nel minimo saranno rivalutati al 37% mentre quelli che superano le 10 volte, ovvero che percepiscono una pensione oltre i 5.251 euro mensili, vedranno una rivalutazione al 32%.
Dunque secondo questo nuovo modello, chi sarà a vedere una perdita maggiore sull’assegno mensile?
Più di 130 Euro al mese in meno sul cedolino, ecco per chi
Facendo dunque riferimento ai nuovi parametri per la rivalutazione delle pensioni, ci saranno pensionati che avranno benefici e altri che vedranno diminuire il proprio assegno mensile. Chi vedrà una riduzione pari o superiore ai 130 Euro sono coloro che percepiscono una pensione che vada 10 volte oltre il minimo di 525,38 Euro, ovvero coloro che ricevono un assegno mensile superiore ai 2.250 Euro.