Uno degli obiettivi che si è posto il governo Meloni è detassare le tredicesime, i premi di produzione e gli straordinari. Tutto questo entro il prossimo futuro, per andare incontro ai contribuenti in difficoltà.
La detassazione è stata inserita nella delega fiscale successivamente pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 14 agosto.
Entro i prossimi 24 mesi si deciderà il da farsi, quindi si stabiliranno le nuove misure in merito.
La manovra economica punterà sulla tutela del potere d’acquisto sia degli stipendi che delle pensioni. Poi andrà a difendere le imprese con il taglio del cuneo fiscale oltre che la detassazione delle entrate dei lavoratori. Questo è quanto è stati dichiarato nei giorni scorsi il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. La misura più discussa è la detassazione delle tredicesime, per quanto riguarda in particolare i redditi medio-bassi.
Il provvedimento in questione secondo il ministro avrebbe un impatto rilevante non soltanto sulle buste paga ma arriverebbe dritto ai lavoratori che avrebbero una prova di fiducia da parte del governo. Qualora il taglio delle tasse sulle tredicesime dovesse essere inserito nella Manovra, la misura partirebbe nel 2024 e non adesso. Per poter ritrovare benefici in busta paga, bisognerebbe semplicemente attendere l’arrivo di dicembre 2024. Il governo, essendo consapevole di tutto questo, sta facendo il possibile per anticipare il provvedimento, ma ci sono tanti nodi da sciogliere.
Per anticipare la misura il governo Meloni dovrebbe trovare entro quest’anno, risorse adeguate. Si potrebbero usare per esempio i soldi stanziati per altre misure, che non sono mai stati spesi, oppure che sono stati spesi in misura minore rispetto a quanto ci si aspettava. Tutto questo avrebbe certamente riscontri positivi, per esempio farebbe entrare nelle tasche dei lavoratori italiani tanti soldi in più nel periodo delle feste, ovvero a Natale. Cosa che darebbe una bella spinta ai consumi.
Si passa quindi alla delega fiscale. Con la riduzione da quattro a tre aliquote si andrebbero a spendere da 3 a 4 miliardi. Ma non basta, per la Legge di Bilancio ha delle altre priorità. La prima è il taglio del cuneo, che va rifinanziato, per questo serviranno una decina di miliardi. A seguire c’è l’adeguamento delle pensioni all’inflazione, per cui serviranno 14 miliardi. E poi ancora c’è la flessibilità in uscita. Il governo vorrebbe confermare quota 103 per tutto il 2024 e nel frattempo estendere le categorie dell’Ape Sociale. Vedremo cosa succederà prossimamente.