La casa dell’orecchio, nota anche come ‘Ca de l’oreggia’ si trova in pieno centro in una delle città italiane più amate e abitate.
Avete mai sentito parlare della ‘Casa dell’orecchio?’. Stiamo nello specifico parlando di una bellissima e particolare opera presente in Italia, ed esattamente in una delle città più abitate . Ma dove? Vediamo di fare un po’ di chiarezza.
Dove si trova la Casa dell’Orecchio
Ca de l’oreggia o meglio ancora la ‘Casa dell’Orecchio’, vi è mai capitato di sentirne parlare? Questa è l’espressione che viene nello specifico utilizzata per far riferimento ad una vera e propria opera d’arte che chiunque ha la possibilità di ammirare semplicemente passeggiando per le vie della città di Milano.
In realtà questo è stato il primo citofono d’Italia caratterizzato da una forma davvero molto particolare. E sopra al quale non sono presenti ne dei pulsanti da schiacciare. E nemmeno delle etichette con dei nomi e cognomi.
Ma esattamente, dove si trova? Dove recarsi per ammirare questa bellissima e particolare opera d’arte? A tali domande è possibile rispondere affermando che la Casa dell’Orecchio si trova nella città di Milano. E per essere più precisi su Casa Sola Busca presso la Via Serbelloni 10. Ca de l’oreggia è quindi il nome con il quale è stato rinominato lo storico palazzo in cui si trova. Palazzo situato proprio nel centro della città, vicino alla celebre Porta Venezia.
Per osservarlo da vicino basterà quindi percorrere le vie del Quadrilatero del Silenzio e osservare i muri di un vecchio edificio Liberty. Nello specifico questo simpatico orecchio si trova sulla parte destra dell’ingresso e porta la firma dello scultore Adolf Wildt.
Alcune utili informazioni su Ca de l’oreggia
Milano può quindi essere considerata una città veramente tanto sorprendente. Una città in grado di offrire molto ai suoi abitanti e ai suoi visitatori e che in diversi angoli e zone è caratterizzata dalla presenza di particolari opere.
Proprio parlando di questo grande citofono a forma di orecchio è possibile dire che questo altro non è che una grande scultura in bronzo dotata di padiglione auricolare e di condotto uditivo esterno. La sua realizzazione è avvenuta molti anni fa, ed esattamente intorno agli anni ’30. E come anticipato poc’anzi porta la firma dello scultore Adolf Wildt considerato tra gli artisti in Italia uno dei protagonisti dell’Art nouveau.
L’artista in questione, milanese ma di origini svizzere, era specializzato in particolar modo proprio nella realizzazione e nella lavorazione di orecchi. E proprio per questo motivo è stato chiamato per la realizzazione di questa particolare opera considerata un vero e proprio capolavoro. Ma oltre che una bella opera d’arte questo grande orecchio è stato anche uno dei primi citofoni nati a Milano e in generale uno dei primi della storia.
Data l’assenza di pulsantiere molti si staranno domandando ‘come funzionava?’. A tale domanda è possibile rispondere affermando che quando è stato creato tale orecchio veniva utilizzato per poter comunicare da fuori con il custode presente all’interno del palazzo. Proprio il custode poi si preoccupava di mettersi in contatto con le varie famiglie presenti all’interno del palazzo in questione.
Alcune curiosità sulla strana e particolare opera
Molti non sanno che “Ca de l’oreggia” ovvero la “Casa dell’orecchio” nel corso degli anni è stato anche oggetto di varie leggende. Secondo una di queste basta semplicemente avvicinarsi all’orecchio e sussurrare un desiderio per vederlo realizzato. Ma, sarà davvero così oppure no? In realtà bisognerebbe provare per credere. E sempre volendo fornire alcune particolari curiosità su tale opera è possibile dire che questo fantastico orecchio-citofono in passato è stato utilizzato da Eugenio Finardi, celebre cantautore milanese, come immagine per la copertina del suo album intitolato “Acustica”.
Anche l’edificio che ospita questo particolare orecchio-citofono viene considerato una bellissima opera. Le sue origini sono piuttosto antiche ed esattamente legate alla seconda metà degli anni 20′.
La sua costruzione porta la firma dell’artista Aldo Andreani il quale, secondo quelli che sono i cenni storici, sembrerebbe aver chiesto la costruzione di un particolare citofono non solo pratico ma di grande e particolare valore estetico. Un citofono che avesse oltre che la funzione di comunicare con i residenti del palazzo anche quella di poter ascoltare la città che lo ospitava.